Via al campionato, Rio è finita e lo sport smette di volare

Sono discorsi che volano e si spengono ogni quattro anni, ma è difficile non farli. Le Olimpiadi hanno mostrato ancora una volta come lo sport potrebbe essere, adesso però sono finite e andremo avanti come nei prossimi mesi, o anni, come è invece, cioè come lo vuole il mercato.

Lo sport è quella roba vera lì, quella che abbiamo visto a Rio, e che per un attimo ci ha fatto dimenticare i Balotelli, lo sappiamo. E basta l’Italia Olimpica,  ancora una volta da top ten mondiale, a raccontarlo. Lo sport è in mondo vario, complicato, tenue e violento, spietato e dolce, come la vita. C’è la  perfezione nascosta, vedi quelli del tiro, capaci di stare in silenzio ma se serve  dominare il mondo, e le imperfezioni visibili, come la Pellegrini, colpevole solo  in fondo di correre contro atlete di qualche generazione dopo. Le occasioni storiche sprecate per un istante sbagliato, Nibali, l’arco femminile e tutte le altre gare perse per un decimo di punto, un centesimo o un’unica mossa sbagliata e fatale. Ci sono le rese dell’ultimo istante, quelle che fanno davvero male, perché non si è sbagliato nulla ma gli avversari erano i più forti, in quel momento, per ragioni oggettive od ambientali (le nostre squadre). Ci sono esperienze irripetibile, un po’ per chi guarda e molto per chi c’era, e storie che non è giusto muoiano con la fine delle trasmissioni. Ci proveremo a farle rivivere, cercando magari quel pubblico di nicchia così tanto nicchia non è. Abbiamo tempo, fra uno strillo e l’altro su l’Inter che perde e il Napoli che pareggia….