Per Carlotta e le altre messe a un battito di cuore da Rio

Carlotta Ferlito è una delle “atlete mediatiche” ma ha sempre dimostrato di saper far valere di più il termine “atleta”. Ora per lei comincia l’Olimpiade, il punto più alto della carriera vissuta fra talento, grinta e una società che ha saputo starle vicina. La ricetta che ha reso grande tanto sport italiano.

Sono in pochi a poter dire di aver vissuto una gara olimpica. Gli istanti ma anche i giorni prima. Il villaggio, la sfilata, gli allenamenti, il sentirsi "uno" con atleti di "tutti" gli sport e di "tutto" il mondo.

Quelli che ci sono stati, raccontano che è una esperienza individuale, intima, che si porta nell’anima per sempre.

Prendiamo Carlotta Ferito, e della sua storia facciamo un esempio, perché lei è una delle atlete più social del nostro sport. La televisione le ha dato una notorietà da popstar, a lei l'ha data alla ginnastica artistica, a conferma di una operazione mediatica riuscita. Eppure, a differenza di altre storie, i fans che chiedono gli autografi e le fotografie da modella non hanno scalfito di un millimetro la volontà di Carlotta di essere atleta.

Non è andata alla deriva, La sua è restata una vita semplice, legata ad una società sportiva sana, laGal, a Lissone, un luogo che è brianza ma anche un po’ Milano, una gruppo sportivo retto dalla passione ma anche dalla capacità di tenere in piedi una realtà economica che lo sport di alto livello pretende

Questa vita semplice, da atleta, portano Carlotta a Rio, dopo qualche apprensione, consapevole di essere al culmine della carriera, e al culmine delle sue possibilità.

Probabilmente Londra era arrivata troppo presto. Rio è il posto giusto non per sognare, ma per sperare. Sarà durissima, ma la tecnica dice che si può provare... 

Carlotta è una ragazza che usa facebook come poche, e quel facebook in questi giorni ci dà di Rio un insieme di concentrazione e sogno. Pochi post, a dare le immagini della normalità di una Olimpiade, un evento che comunque, normale, non è.

Quella di Carlotta Ferito è comunque vada, la storia di una carriera sportiva come dovrebbe sempre essere. L’insieme di tante realtà piccole, individuali e sociali, che hanno dato e ancora possono dare allo sport italiano la sostanza vera, quella della possibilità di vittoria.

Dopo Rio, si riaprirà il nuovo programma quadriennale di tutti gli sport ancora puri. Partirà da dove è finito. Da tutte le Calotte Ferlito e da tutte le società, di ogni sport che hanno saputo affiancarle nella crescita, a supporto di una federazione sana.

Forse la prima parola scritta nel nuovo programma dovrebbe essere un grazie a queste atlete e a queste società. Se lo meritano. Tanto per non confonderle con lo sport che racconta delle Wanda Nara.