Vincenzo Nibali: o leggenda, o sconfitta.
La scelta sarà questa: o Vincenzo mette in campo il solito cuore e si gioca il tutto per tutto, rischiando di saltare, o raccoglierà magari un piazzamento che nulla aggiungerà al suo albo d’oro. Scommettiamo che lo squalo sceglierà la prima ipotesi?

In pochi si sarebbero aspettati ad inizio terza settimana una classifica come quella del Giro 2016.
Trovarsi davanti ad un Kruijswijk dominatore (buon scalatore finora, ma in classifica nei grandi giri, mai) fa tremare i polsi per la reputazione storica della corsa rosa e per la scoppola che potrebbe prendersi Vincenzo, a volte purtroppo destinato a trovarsi davanti dei miracolati, come l’Horner nella Vuelta del 2013.
Come ristabilire l'ordine giusto delle cose e dei valori? Si può?
C'è da dire innanzitutto che nelle prossime tappe non sarà solo il rosso olandese il possibile avversario di Vincenzo. Ci sarà da stare attenti anche a Esteban Chaves, che sta andando, e magari anche a Valverde, lì accanto, anche se con l’età che ha non può essere invincibile specie dopo aver fatto le classiche da protagonista.
Comunque, l'unico modo per recuperare tempo per Vincenzo sarà dare battaglia in salita, anche se una delle riserve da porre in questo giro è proprio sul termine salita.
Finora non se ne sone viste di degne, e sono passate due settimane. Per degne, intendiamo quelle da selezione pura, da battaglia, da cuore. O meglio, c’è stato qualche nome di montagne storiche e terribili, ma sono stati messe dove nessuno poteva attaccare, prima di tanti chilometri pedalabili.
Qualcuno potrebbe dire che viste le condizioni di forma di Vincenzo sarebbe stato meglio, ma siamo sicuri? Nibali nel lotto dei primi (Valverde a parte) è l’unico che ha classe, e classe vuol dire andare oltre i limiti, che si chiamino forma, timore, prudenza.
Ecco, in questa ultima settimana, la speranza per Vincenzo è quella di giocarsela sulla classe, sul cuore, sulla imprevedibilità..
Ci saranno le montagne adatte?
Facciamo che il percorso sarà quello indicato, senza variabili meteorologiche.
Venerdì abbiamo un colle dell’Agnello (purtroppo a 60 km dal traguardo) e un arrivo in su mentre sabato sembra esserci il percorso giusto per fare la storia.
Fare la storia che è provarci, inventarsi, attaccare con cuore e coraggio al limite della follia e puntando anche su una squadra che è nettamente più forte di quella della maglia rosa.
Questo è quello che dovrebbe fare e conoscendolo probabilmente farà lo squalo.
In fondo, Vincenzo cosa ha da perdere? Dovrebbe difendere un podio che al suo curriculum stellare nulla aggiunge? Ma perché, quando l’alternativa potrebbe essere aggiungere un’altra leggenda scritta dal
suo coraggio e dal suo cuore?
Le montagne in questa settimana arriveranno. Ancora messe strane per fare selezione, ma arriveranno.
Si sa, sono le cime a scrivere le leggende.
Vincenzo lo sa.
Sono le montagne che rendono più grandi i corridori, sia che trionfino sia che raccolgano sconfitte coraggiose, che valgono per la gente più di certi podi limati contro sconosciuti che magari, poi spariranno.
Insomma, Vincenzo prova a regalarci un sogno. Se non ci riuscirai, grazie lo stesso.
Trovarsi davanti ad un Kruijswijk dominatore (buon scalatore finora, ma in classifica nei grandi giri, mai) fa tremare i polsi per la reputazione storica della corsa rosa e per la scoppola che potrebbe prendersi Vincenzo, a volte purtroppo destinato a trovarsi davanti dei miracolati, come l’Horner nella Vuelta del 2013.
Come ristabilire l'ordine giusto delle cose e dei valori? Si può?
C'è da dire innanzitutto che nelle prossime tappe non sarà solo il rosso olandese il possibile avversario di Vincenzo. Ci sarà da stare attenti anche a Esteban Chaves, che sta andando, e magari anche a Valverde, lì accanto, anche se con l’età che ha non può essere invincibile specie dopo aver fatto le classiche da protagonista.
Comunque, l'unico modo per recuperare tempo per Vincenzo sarà dare battaglia in salita, anche se una delle riserve da porre in questo giro è proprio sul termine salita.
Finora non se ne sone viste di degne, e sono passate due settimane. Per degne, intendiamo quelle da selezione pura, da battaglia, da cuore. O meglio, c’è stato qualche nome di montagne storiche e terribili, ma sono stati messe dove nessuno poteva attaccare, prima di tanti chilometri pedalabili.
Qualcuno potrebbe dire che viste le condizioni di forma di Vincenzo sarebbe stato meglio, ma siamo sicuri? Nibali nel lotto dei primi (Valverde a parte) è l’unico che ha classe, e classe vuol dire andare oltre i limiti, che si chiamino forma, timore, prudenza.
Ecco, in questa ultima settimana, la speranza per Vincenzo è quella di giocarsela sulla classe, sul cuore, sulla imprevedibilità..
Ci saranno le montagne adatte?
Facciamo che il percorso sarà quello indicato, senza variabili meteorologiche.
Venerdì abbiamo un colle dell’Agnello (purtroppo a 60 km dal traguardo) e un arrivo in su mentre sabato sembra esserci il percorso giusto per fare la storia.
Fare la storia che è provarci, inventarsi, attaccare con cuore e coraggio al limite della follia e puntando anche su una squadra che è nettamente più forte di quella della maglia rosa.
Questo è quello che dovrebbe fare e conoscendolo probabilmente farà lo squalo.
In fondo, Vincenzo cosa ha da perdere? Dovrebbe difendere un podio che al suo curriculum stellare nulla aggiunge? Ma perché, quando l’alternativa potrebbe essere aggiungere un’altra leggenda scritta dal
suo coraggio e dal suo cuore?
Le montagne in questa settimana arriveranno. Ancora messe strane per fare selezione, ma arriveranno.
Si sa, sono le cime a scrivere le leggende.
Vincenzo lo sa.
Sono le montagne che rendono più grandi i corridori, sia che trionfino sia che raccolgano sconfitte coraggiose, che valgono per la gente più di certi podi limati contro sconosciuti che magari, poi spariranno.
Insomma, Vincenzo prova a regalarci un sogno. Se non ci riuscirai, grazie lo stesso.