Rio corsa azzurra? Una chance per Nibali, Aru, ma anche gli altri italiani…
Cinque in squadra vuol dire una corsa incontrollabile, che sarà dura da subito. Una gara da correre sempre avanti, in cui tutti possono essere tagliati fuori, ma anche vincere. A Rio si annuncia ciclismo vero, finalmente.

Si partirà con l’oceano al fianco e l’insidia del vento, sempre forte laggiù. Per non farsi mancare niente, anche all'inizio non sarà pianura, con un continuo saliscendi e qualche rampa da classica del nord, tipo quella di Grumari, da ripetere 4 volte con tratti in pavè. Poi verrà il circuito finale. Cento chilometri con tre volte la Vista Chinesa, salita da tappa di montagna, 9 chilometri, pendenza media del 6, punte intorno al 12.
Insomma, si annuncia uno sfarfallio di gruppo da subito e una selezione spietata.
Questo è ciclismo.
Gli azzurri sono stati messi assieme proprio per garantire
al massimo la tenuta su questo percorso privilegiando la forma post tour. Nulla da dire, se
non qualche riserva sulla condizione di De Marchi, che comunque, fosse quello
giusto, fra i cinque ci sta.
Impossibile pensare che la corsa sia controllabile
in 5, bisognerà stare avanti ed entrare nelle fughe sperando di imbroccare
quella giusta. Il primo a gettarsi probabilmente sarà il “rosso”, uno che di
natura e carriera è da fughe eroiche, olimpiche. Dato che è persona seria,
non crediamo si schieri non al meglio, quindi attenzione perché potrebbe
sorprendere andasse via il gruppo giusto.
Da intervento a medio termine sono
Damiano Caruso e Diego Rosa. Non diamo per scontato che siano a Rio solo per
aiutare. Il percorso non assicura tattiche vincenti, ed entrambi hanno i mezzi
per poter provare, nelle giuste condizioni, a puntare al podio.
Un Caruso mai così brillante in carriera e un Rosa che sta oltrepassando tutti i limiti danno sicurezza, anche ai capitani. Che saranno lì a giocarsela, uno seriamente, perché presumibilmente sarà l’ultima chance oro, l’altro senza l’assillo di dover vincere, magari con il compito di stare dietro al giovane coraggioso Bardet, che qui ci sta alla grande. Altri favoriti? Tanti, molti, troppi su questo percorso, da non escludere anche una chance colombiana. Certo difficile non fare il nome di Valverde, anche lui alla ricerca del top di carriera, anche se dovrà pure calare, prima o poi, e Froome, che non ha nulla da perdere, visto che formalmente lui pensa solo alla cronometro.
Dunque domani tutti a passarsi un bel sabato di ciclismo, finalmente. Grazie Rio, capace di donarci, dopo tanti anni, un Mondiale vero!