L’arrivo sarà a Cocabana, posto di relax, sabbia e bellezza, ma in realtà di turistico nel percorso Olimpico ci sarà davvero poco e per i ciclisti saranno duecentocinquanta chilometri da lotta, sudore e fatica, quasi  una tappa di montagna di un grande Giro.

A vederla d’assieme la corsa dà il ricordo del Mondiale colombiano, quello di Olano, Indurain e Marco Pantani. Sarà una gara epica, dura, difficile, una corsa a cui tutti, proprio tutti, stanno puntando. Perché per qualsiasi atleta un oro olimpico vale più di una maglia iridata, è un valore vero, non di quelli che ormai fanno solo marketing e mercato. Essere olimpico è un alloro unico nella carriera, e i nostri due, Fabio e Vincenzo, lo sanno.

Ma lo sanno anche Froome, Contador, Quintana, Valverde e gli specialisti delle classiche di fatica.

L’hanno già detto, a Rio ci saranno tutti, un Mondiale perfetto, insomma, destinato ad un verdetto quasi epocale per questa generazione. Il giorno da annotare è il 6 agosto, quando attorno al mezzogiorno italiano partirà un circuito che conterà 256 chilometri bellissimi e spettacolari quanto bellissimo e spettacolare è il Brasile. Due anelli, il primo selvaggio con Ipanema e foresta di Tijuka e uno strappaccio con pavè, il secondo che accarezza Rio, con la  salita principe che sarà la Canoas Vista Chinesa, una asperità in mezzo ad un verde incontaminato in cui ci sono da contare quasi 9 km, con una prima parte al 9%, un tratto centrale di falsopiano, e poi un’altra rampa finale.  Una di quelle erte ripetute dove conterà soffrire e la freschezza, due qualità che contraddistinguono Aru,

Dopo lo scollinamento, e qui il pensiero va a Nibali, una discesa dura e tecnica, per selezionare gli ultimi prima dei dieci di pianura che punteranno alla spiaggia fra le più famose del mondo. , ..