Parte Montecarlo, il torneo principesco
Si apre un torneo storico, che ha il sapore della mondanità e della storia. Il pronostico dice Nole, per un torneo classico, di pretto dominio europeo.

Nei campi secondari del tennis monegasco, capita ancora di vederlo, Ilie Nastase.
La pettinatura è sempre quella. Taglio anni settanta lungo il giusto, dritto a coprire le orecchie e ad accarezzare le spalle. Dopo le recenti delusione politiche, Ilie continua ad essere uomo da terra rossa, e dicono che il tocco sia ancora quello di uno che il torneo di Montecarlo è riuscito a vincerlo tre volte consecutive (partendo dal 1971 e arrivando al 1973).
Un po’ diversa è la sensazione che dà per quel che riguarda la sua capacità atletica, d’altra parte Nastase in gioventù è uno che ha speso, sia sui campi, che nei dopopartita. I suoi “competitor” dell’epoca dicevano fosse l’avversario più difficile da incontrare, perché non si sapeva mai che direzione e velocità prendesse quella pallina, ma la sua pericolosità dipendeva comunque anche da quello che era successo la sera prima…
Ilie il pazzo. Autore di mille gesti folli, come il gatto nero tirato fuori dal borsone a Parigi per tarpare le ali agonistiche ad Adriano Panatta, noto scaramantico.
ll rumeno ci stava bene come giocatore di Montecarlo, anche perché nel principato non erano previsti turni serali e di conseguenza, la notte era sempre pronta a diventare “dolce vita”… Principato e vita notturna, Montecarlo e jet-set, luogo comune ma con a fianco anche una autenticità tennistica di campi in terra rossa appoggiati ad una costa e ad un mare eternamente punteggiati di yacht, ricchezze, apparenze ma anche carnose sostanze.
Nasce a fine ottocento il torneo del principato, dal 1969 entra nel circuito open e da allora l’albo d’oro di grandi campioni non se ne è persi molti, a dire che il torneo del principato resta coccarda tecnica che illustra qualsiasi carriera, comprese quelle più leggendarie.
Nel 1978, in campo centrale monegasco è stato palcoscenico anche di un atto importante per la marcia dell’emancipazione femminile, quando la finale fra lo svedese Borg e l’argentino Vilas venne interrotta da una pacifica ma colorita invasione di tenniste, impegnate nella lotta iniziata da Billy Jean King per la pari dignità sportiva (e in qualche modo anche monetaria).
Gullermo Vilas continuerà poi a riempire le pagine monegasche non solo sportive, anche perché dopo l’interruzione “femminista” vinse due volte a inizio anni ottanta. In quel biennio, però, dallo Sporting più che della tecnica mancina dell’argentino si sparse un gossip da teleobiettivo, con soggetto il legame affettivo che legava il vincitore del 1981 e 1982 alla principessa Carolina. Insomma, le storie della terra rossa e dei vip da rotocalco nel principato si sono sempre intrecciate a meraviglia, anche se vengono a memoria istantanee sportive, ad esempio la finale buttata via da Becker (che è uno dei pochi grandi che mancano dall’albo d’oro) con un matchpoint contro Muster perso in doppio fallo per una seconda tirata a velocità supersonica, una arroganza che poi l’austriaco (per molti antipatico ma per tutti efficace) punirà con la vittoria del torneo.
Oltre al grande tedesco dai capelli rossi, gli altri grandi campioni che mancano dall’albo d’oro tennistico del principato sono gli americani. Al di là delle rotte commerciali che ad inizio primavera per gli statunitensi portavano altrove, era anche una questione legata al fondo, con quella terra rossa messa un po’ troppo vicina al mare e un sale che ne allentava la sostanza rendendola estremamente lenta per gli attaccanti puri. A pesare (oltre che la mollezza marina del terreno) va anche aggiunto che i giocatori venivano (e vengono) da mesi consecutivi di sintetico invernale, e gli impatti con le realtà diverse possono comportare figuracce che alle classifiche e ai gettoni successivi potevano costare non poco danno, pensiero che ha fatto ritenere a qualche tennista che a Montecarlo, più che da atleti, è meglio andarci da turisti o, per gli europei, starci da residenti.
Europa padrona di Montecarlo, comunque, negli ultimi anni. Prima Spagna, partendo da Ferrero e poi la serie di 8 di Nadal. E avanti con Djokovich. Wawrinka, Djokovich, all’inizio della sua era.
La ragione dice che sarà ancora Nole la prima sentenza del centrale di fronte al mare e agli yacht. Altro aspetto affascinante sarà il ritorno di Roger Federer, nella sua eterna sfida al tempo.
Un bel torneo di primavera, dunque. Secondo tradizione.