Flavia Pennetta: un sereno arrivederci
Con l’ottavo posto nel ranking wta e uno slam vinto Flavia ha salutato il mondo agonistico come meglio non poteva, al culmine di una grande carriera. Per lei nessun rimpianto “…solo tanta serenità”.

Ha perso una posizione rispetto alla “ritornata” Venus Williams ma la sostanza non cambia, Flavia chiude la carriera ottava, cioè saldamente dentro le prime dieci del ranking. L'addio è una scelta definitiva, nonostante i tentativi “olimpici” di farla desistere. No, la sensazione era ed è che questo è il momento giusto, come ha scritto nel suo addio social: “Ho sempre pensato che il giorno della mia ultima partita sarei stata triste e malinconica, invece mi sbagliavo. Mi ci sono voluti un paio di giorni per cercare di definire come mi sento ma ora posso dire con assoluta certezza che sto bene, sono serena e penso di aver capito il perché: questo non è un addio. Il tennis è stato il mio primo grande amore e anche se non sarò più in campo a lottare per una partita o per un risultato non cambia il fatto che non ci lasceremo mai”. Un addio dolce, accanto ad un grazie a Fabio Fognini "colui che mi trasmette la serenità per accettare la mia scelta" e alla famiglia. Per chiudere con un consiglio di vita, non solo di tennis.: “Sognate in grande, sorridete sempre e credete in voi stessi… tutto può diventare realtà”.
Ecco, quando si chiude una carriera, resta la nostalgia e il
senso profondo di perdita di un’atleta irripetibile per lo sport italiano. La perdita agonistica è
grande, se si pensa che la brindisina oltre agli Us Open ha portato al tennis
nostrano la top ten nel ranking, 11 tornei di singolare e 17 di doppio (fra cui
gli Australian) con un primo di ranking in coppia.
Però con Flavia Pennetta la sensazione di una perdita di patrimonio tennistico pare attutita, perché si ha la sensazione che New York sia stato talmente tanto, per il tennis italiano, che non sarebbe stato possibile, per Flavia, donare oltre. Un momento perfetto, il culmine di una carriera che probabilmente, alla Olimpiadi di Rio, non si sarebbe ripetuto. E quello che rimane di questo addio, inoltre, è la certezza che il patrimonio per il tennis italiano chiamato Flavia Pennetta non si disperderà, anzi sarà il centro di un investimento da far ricadere sulle nuove generazioni. Solo ccosì, la serenità di Flavia avrebbe un senso al di là della sensazione personale. Speriamo che il tennis nazionale sia in grado di non disperdere il suo patrimonio.