Rugby: Italia, anno 1
La vittoria sulla Romania rimette l’Italia al “suo posto nel mondo” che non è quello dei quarti di finale ma comunque di degna partecipante di un mondiale e del 6 Nazioni. Francia a parte, anzi, il torneo ha dato anche segnali positivi ora in mano al restyling politico-tecnico

Facciamo che la partita con la Francia non ci sia stata, o
sia ancora da venire.
A questo punto ai mondiali, il 15 italiano avrebbe avuto: una partita
brutta ma vincente con il Canada, una bella con l’Irlanda (che ieri ha
sconfitto la Francia) tanto da poter vincere se fosse stata perfetta nei
dettagli, e una con la Romania in cui i nostri si sono dimostrati sicuramente
superiori. Ecco,
proprio la partita di ieri ha dato segnali confortanti, perché priva di
Parisse (a cui qualcuno assegnava effetti taumaturgici) la squadra è rimasta lo
stesso in piedi diritta, trascinata fra l’altro da colonne giovani (Gori e Allan su tutti, ma non solo) che
faranno i prossimi anni e che finalmente stanno definendo una nuova
identità di squadra.
Adesso, immaginando un futuro ancora con Parisse (perchè lui e altre colonne sono fondamentali nella crescita futura) la
dimensione della prima squadra sembra prendere fiducia.
Quello che manca attorno, e che
preoccupa, è la base ristretta e le mancanze di ricambio, cioè
il deserto che sembra venire dalle giovanili e che è stato ben evidenziato
dal mondiale under 20 italiano.
E’ su questo che ora bisogna agire, ed è su questo che dovranno inventare strategie coloro che ne hanno i compiti, cioè il nuovo ct che speriamo assuma sempre più ruolo e poteri da manager tecnico, e il nuovo presidente federale, che dovrà instaurare una politica di investimento ricordandosi che il giocatore di rugby lo si costruisce, tecnicamente ma anche culturalmente nell’adolescenza, e quindi serve un lavoro di coltivazione rinvigorendo finanziariamente quel volontariato troppe volte lasciato solo per investimenti che andavano sugli eventi che meritavano i riflettori della platea televisiva.
Insomma, il Mondiale partito così tragicamente termina per l'italia con un mezzo sospiro di sollievo. Ora ci vorrà il nuovo, sperando che qualcuno sia in grado di disegnarlo.