Rugby: con l’Irlanda, una storia scontata?
Siamo messi male, già con il cucchiaio di legno in mano, e con una squadra incompiuta che sta invecchiando mentre le nuove generazioni non bastano a coprire i buchi che verranno. Eravamo partiti con tanto entusiasmo nel rugby che conta, ora siamo un’eterna incompiuta, magari anche in declino

La costante è quella di uno stadio Olimpico sempre pieno, che si vinca o si perda. La nota lieta è quella di ascolti tv che salgono, nonostante i risultati scendano. Tutto questo però non fa che rendere più acuta l’amarezza di una squadra che troppo spesso le prende, e troppo spesso si arrende, al di là del cuore che mette in campo, e di alcuni talenti enormi sbocciati per caso nel 15 azzurro.
Ma tutto da un po’ sembra grigio, quando si parla di rugby italiano. Ognuno ha la sua ricetta, quel che è certo è che i conti non tornano, specie se pensi alle somme messe in circuito dal Sei Nazioni, agli investimenti, alle speranze e alla volontà tenace messa ogni volta in campo dai giocatori.
L’Irlanda non è più lo spauracchio di una volta. Da una
parte c’è il ricordo dei Mondiali, in cui non è sembrata così lontana, e
dall’altra un sei nazioni del trifoglio che vede un pareggio 16 a 16 con il Galles e
due sconfitte, 10 a 9 con la Francia e 21-10 con l’Inghilterra, ma tutto questo
basta a far ben sperare in un riscatto azzurro davanti al tutto esaurito di
Dublino?
Probabilmente no, anche se la speranza di una replica della partita con la Francia può essere covata nel profondo del cuore, l’unica ragione per provare a mettersi davanti al teleschermo sabato alle 14.30.