Kenya, il rugby che avanza
Mentre il gioco nel vecchio continente sembra non assorbire quanto l’altro emisfero il nuovo rugby fatto di velocità e potenza, si profila all’orizzonte una realtà che potrebbe ridisegnare gli equilibri della palla ovale: l’Africa. Partendo dal Kenya che sembra davvero fare sul serio come dimostrano le World Series Seven

Di quanto in campo rugbystico organizzativamente il Kenya
stia facendo sul serio lo dice il prossimo congresso del Kenya Rugby Union
(Kru) che si terrà i primi due giorni di luglio e che è indicata come una sorta
di Stati Generali fondativi di una realtà che comunque tecnicamente è già
consolidata a buonissimi livelli.
Saranno oltre 100 i delegati provenienti da ogni angolo del paese che dovranno deliberare documenti “strategici” su Arbitri, Rugby Femminile, riorganizzazione dei campionati e Scuole.
Dal lato sportivo, va comunque ricordato che sia la squadra maschile che quella
femminile keniote parteciperanno all’Olimpiade e per capire quanto il
movimento stia crescendo basta citare la recente World Series Seven di Singapore,
vinta proprio dagli africani che hanno battuto 30 a 7 in finale
nientepopodimeno che i Figiani dopo aver superato nei quarti la Francia e di
misura in semifinale l’Argentina. Un successo storico, che segnala gli africani
fra i diversi possibili e credibili medagliati di Rio, e che va considerato anche in
proiezione futura, visto che tra i dodici del team "Simbas" ben sette hanno età
inferiore ai 24 anni.
Sarà interessante seguire lo svolgimento delle prossime prove delle World Serie a sette (fra 11 giorni si farà tappa a Parigi) ma comunque la via di una crescita di tutto il movimento Kenyota sembra tracciata, anche perché il dna degli atleti degli altipiani si sposa perfettamente alle richieste fisiche del nuovo rugby, 15 compreso. Tutto questo mentre qui da noi si parla di ennesimo progetto quinquennale e…