Il dramma di Valentino

“Giorno dopo giorno va un po’ meglio, ma è dura. Ci vorranno mesi per assimilare quanto accaduto”. Il Valentino di questi giorni dà sensazioni dure, il tono di una malinconia e di una rabbia che andranno controllate, perché l’equilibrio e la serenità per un pilota sono fondamentali. Non sarà facile.

“Mi sono rialzato tante volte, stavolta non so se ce la farò”. L’accento di quelle parole di Marco Pantani è più o meno lo stesso di Valentino, Tavullia e Cesenatico sono messe lì vicino. Anche l’amarezza del tono si assomiglia. Frasi dentro la botta calda di una delusione enorme. Certo, i casi non sono paragonabili. Rossi per fortuna ha davanti un altro mondiale per far diventare la delusione  e l’amarezza vittoria, ma lo stesso la somiglianza rende l’idea di quanto questo Mondiale perso per dispetti, frasi avventate e favori assurdi abbia lasciato il segno non solo nella credibilità della moto Gp ma anche nei piloti  stessi. Il lavoro per fortuna non si ferma, c’è l’anno 2016 da allestire, e la rabbia può essere una motivazione aggiuntiva per un pilota non più giovane, ma lo stesso il termine che viene dopo Valencia è: peccato. Peccato che Lorenzo abbia vinto un Mondiale dimezzato. Peccato che a Rossi non si sia data la possibilità di giocarsi pienamente le ultime gare e peccato che Marquez abbia perso d’un colpo tifosi e credibilità offuscando l’immagine di pilota “guerriero” e scanzonato che si era costruita proprio seguendo l’immagine del suo divo, Valentino Rossi, che evidentemente d’improvviso, magari dopo una conferenza stampa, si è tramutato in un detestato nemico. Ecco, oggi, nel panorama generale della Gp, la situazione è quella di una credibilità di disciplina da ricostruire, insieme all’orizzonte motivazionale dei piloti più rappresentativi. Si riuscirà? Vedremo!