Viola - Roma memories: la doppietta-tripla di Antognoni
Se si allarga il concetto del calcio fino a dove dovrebbe stare, cioè nella storia sociale e non unicamente fiction da schermi televisivi, lo scontro Firenze – Roma è un incontro tra culture antiche, rivali ma con una solida storia alle spalle. Era il 1980...

5 aprile 1980
Fiorentina: Galli; Ferroni II, Tendi; Galbiati, Guerrini, Sacchetti;
Restelli, Orlandini, Sella, Antognoni, Desolati (70? Pagliari); Allenatore:
Carosi
Roma: Conti P.; Maggiora, De Nadai; Rocca (46? Scarnecchia), Turone,
Santarini; Amenta, Giovannelli, Pruzzo, Benetti, Ancelotti; Allenatore:
Liedholm
Arbitro: Barbaresco
Reti: 3' e 16' Antognoni, 39' Santarini (aut), Pruzzo 74’
C’è stato un giocatore viola che ha incarnato appieno, sull’erba a righe di gesso, lo spirito artistico migliore della sua città, divenendone poi anche bandiera.
Stiamo parlando di Giancarlo Antognoni, bello in campo quanto un’armonia rinascimentale, nobile e suntuoso, imperioso, stentoreo come lo fu il 5 aprile 1980 quando, di fronte, si trovò una A.S. Roma rinascente anche se ancora, come in tutti gli inizi, leggermente provvisoria. La rifondazione romanista che portò dalla sensazione di una “Rometta” allo scudetto, si basò sull’avvicendamento presidenziale fra Anzalone e Viola, che fu cambio di prospettive sia economiche, sia politiche, sia tecniche, con la scelta di Nils Liedholm in una nuova visione imprenditoriale-sportiva che porterà i giallorossi in vetta, cioè allo scudetto e alla sfortunata finale di Coppa dei Campioni.
Alla fine di quel campionato 1979-1980 la Roma fu settima, ma cominciò ad annusare il senso del successo con la conquista della Coppa Italia, anche se nella coscienza dei festeggiamenti i romanisti si portavano l’assurda morte nel Derby di andata di Vincenzo Paparelli, andato in curva per sostenere i biancazzurri accanto al figlio e non per venir colpito da un razzo.
La Fiorentina di stagione (scudetto all’Inter ) finì appena un punto sopra la Roma, sesta, posizione che in una qualche maniera fu risultato sorprendente, considerate le polemiche al via di una piazza “gufa” dopo la campagna acquisti praticamente nulla e l’eliminazione immediata in Coppa Italia.
A grande giustificazione della società va menzionata l’improvvisa scomparsa del presidente Melloni, ma sicuramente le premesse non sembravano incoraggianti..
Allenatore di stagione era l’ex laziale Paolo Carosi, e proprio a lui quel 5 aprile toccò vedere dalla panchina i giallorossi letteralmente smantellati dal capitano viola, quel giorno, assolutamente devastante. D’altra parte per l’intero campionato proprio Giancarlo Antognoni fu la fondamentale sostanza che mantenne su i viola, anzi a volte da solo bastò alla squadra, come in quella domenica di inizio aprile, azzurra e tranquilla.
Quel giorno (ventiseiesima di ritorno) non ci fu granchè partita, visto che i giallorossi in maglia d’epoca con strisce sulle spalle, furono annicchiliti fin dal terzo minuto dalla bordata da quaranta metri al sette sinistro tirata dal capitano viola.
Un tiro preciso, dritto e perfetto. E poi, appena tredici minuti dopo, venne il replay, ancora su punizione. Uniche varianti: una decina di metri più vicino alla porta e all’altro sette, quello destro. Ma non cambiò comunque la sostanza, tiro imprendibile, con un Paolo Conti ad aprire le braccia dicendo, silenziosamente: che posso farci, io?
E poi, al quarantesimo, anche il terzo goal fu Antognoni. O almeno lo sarebbe stato con le regole d’oggi, mentre nel tabellino anni ottanta risultò autogoal di Santarini. L’azione fu anche questa sontuosa. Giancarlo va a rubare la palla sulla sinistra del centrocampo, con la nobile andatura punta l’area e un qualche metro prima del limite fa partire un tiro secco (diretto al sette) che però Santarini devia, scavalcando Paolo Conti. Con le regole d’oggi, dunque, il 5 aprile 1980 il capitano viola segnò una tripletta, allora “ideale”, ma quei goal anche oggi sono comunque un monumento “reale”ad un campione del mondo dotato di una classe immensa, simbolo non solo calcistico, di una città.