Juve Napoli, il goal decisivo dell’ex
6 aprile 1975. in un comunale completamente foderato di stendardi azzurri il Napoli vedeva sfumare il sogno scudetto negli ultimi 3 minuti, con il tipico goal dell’ex. Il fischiatissimo (dai napoletani) Josè Altafini

Juventus Napoli 2 - 1
Juventus
Zoff, Gentile, Cuccureddu, Furino, Morini, Scirea, Damiani (75 Altafini), Causio, Anastasi, Capello, Bottega (Allenatore Parola)
Napoli
Carmignani, Bruscolotti, Pogliano, Burnich, La Palma, Orlandini, Massa, Juliano, Clerici, Esposito, Braglia (Allenatore Vinicio)
Arbitro Michelotti
Marcatori:
15 Causio, 58 Juliano, 87 Altafini
In quellla metà di aprile c’era stato un esodo definito dai giornali biblico di tifosi azzurri che
avevano riempito tutti i treni, pullman e autostrade che da Napoli portavano a Torino.
Il Comunale
era una bolgia pazzesca, sovrapopolato da tifosi azzurri entrati in ogni modo,
a seguir un Napoli andato a Torino per vincere e appaiare la Juve per cullare il
sogno scudetto. Senza raccogliere l’entusiasmo delle tribune, ne era venuta
fuori una partita brutta, spigolosa, senza spettacolo.
Una Juve utile, seppe
imbrigliare bene il nuovo Napoli di Vinicio, che pure avrebbe meritato di più,
mostrando una vivacità e una fantasia che i torinesi non riuscivano a pareggiare. Ma quella Juve era squadra utile e i bianconeri, favoriti dal bel goal iniziale di Causio, l’unico
per tutta la partita imprendibile per i partenopei, riuscirono a limitare i danni.
Gli azzurri non si scomposero allo svantaggio iniziale. Fabbricarono gioco e occasioni fino al goal di Juliano, che trafiggeva di esterno destro la guardia di Capello e uno Zoff incolpevole. A Questo punto si assistette ad un monologo napoletano, con Parola che però non si scompose, anzi coraggiosamente tenne il baricentro alto, sostituendo Damiani con Altafini, un ex fischiatissimo dai tifosi azzurri al momento dell'ingresso.
Tanta contestazione era mossa da presagio e scaramanzia? Forse sì, perché a tre
minuti dalla fine proprio lui pose fine ai sogni napoletani, con un colpo
sornione dei suoi, fatti di velocità e astuzia, su una ribattuta del palo successiva ad
un tiro di Cuccureddu.
A quel punto la partita, e il campionato 74 e 75, erano
finiti.
Al Napoli rimase l’onore di aver fatto la partita, un privilegio assai
inutile con speranze (vane) rimandate all’anno successivo.
Quel giorno d'aprile non
solo la Torino bianconera esultò. In trasferta i granata travolsero la Lazio
campione d’Italia 5 a 1, una squadra orfana di Maestrelli, ospedalizzato per un
male implacabile che non avrebbe perdonato.
Alla fine, i granata non confermarono lo slancio, e finirono solo sesti, ma fu solo il preludio al “loro” campionato, vinto in una corsa irresistibile l’anno successivo.