Ciao Cassius Clay & Muhammed Alì: semplicemente il primo e l’unico
Semplicemente una vita oltre, da innovatore, la sua, un fuoriclasse del pugilato e fuoriclasse della società. Capace di innovare ogni campo che ha toccato, senza invecchiare in esso. Boxe, politica, razzismo, religione…

“Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. Quel che conta è non rimanere a terra.”
Non rimanere fermi, questa stata l’ossessione, compito e obbligo
della vita di Cassius Clay. Splendido a Roma, portatore di un pugilato elegante, nuovo, che fa male ma sa
anche danzare.
La boxe: uno sport, finalmente, non soltanto una lotta selvaggia,
Dopo l'oro di Roma, entrò cambiandolo da subito nel pugilato che
contava, quello che usciva dal fumo “gangsteristico” degli anni 50, facendone
uno sport di individui.
Nel 1964 cambia religione, divenendo mussulmano. Al di
là delle motivazioni, è un pugile che sceglie di dimostrarsi uomo, con scelte
importanti e pesanti, e sceglie di essere sulle pagine dei giornali per una
motivazione di civiltà.
Insieme alla religione, verrà la questione Vietnam, le lotte
civili, e nel campo sportivo un cambio di immagine per il pugilato, che vorrà dire tv, merchiandising e valore
economico al di fuori del solito mondo di scommesse e pubblicità di serie b.
Sempre avanti Muhammad, tanto avanti da lasciare ogni lotta quando diventava popolare, come fanno gli innovatori di istinto, non di mestiere.
Cassius-Muhammad se ne è andato molti anni fa, ora verrà l’epoca dei momumenti, ma come sempre, lui, sarà già altrove…