Calcio: aboliamo la nazionale, tanto…

I club vivono ogni partita dell’Italia con apprensione: basta un raffreddore per ritirare il giocatore. La stampa preferisce parlare degli infortuni, dei ritirati, o del rinnovo del ct. E in tutto questo nulla, i tifosi vedono le soste come un’interruzione del campionato, quindi…

Il calcio italiano, per  rientrare dai debiti di credibilità e finanziari, per prima cosa avrebbe bisogno di coerenza e ordine. Il primo passo sarebbe togliere di torno le ipocrisie tipo dire una cosa ma poi nella realtà agire in tutt’altra direzione.

Prendiamo la nazionale. Ogni volta, sono impegni vissuti con disturbo e ansia. Un infortunio può avere un peso finanziario insostenibile e allora si tratta semplicemente di essere coerenti e dire: così non possiamo andare avanti, si pensi qualcos’altro o non diamo i nostri giocatori che ormai sono aziende con il bilancio di una pmi. O almeno, i club, affrontino, da imprenditori il problema, operando concretamente con indecisioni anche impopolari, per evitare lo stillicidio polemico, noioso e ripetitivo.

Alla stampa, della nazionale, non frega niente. Sarà perché la maglia azzurra è un concetto che unisce e che fa capo a una cultura storica, e secondo la visione distorta dei media sono lo polemiche e il presente a far vendere i giornali (che comunque non vendono), gli "informatori ufficiali" preferiscono far uscire dai ritiri le voci di chi va o i commenti polemici alla prossima partita di campionato o notizie sul presunto addio del ct. Davanti al nulla mediatico sull’appuntamento della nazionale, chiaramente i tifosi si concentrano fra la partita di campionato prima e quella che verrà, vivendo con ansia il lungo periodo di assenza.  A questo punto bisognerebbe tirare le somme, se la Nazionale non è un valore ma un vecchio mobile fastidioso, prendiamo il coraggio e mettiamolo in soffitta e lo tiriamo fuori in qualche occasione precisa, limitata, poi di nuovo via.

Certo, la cosa è improbabile. Un po’ perché il coraggio di essere coerenti manca e soprattutto perché sulle nazionali sta investendo mica male il network satellitare, con allungamento del brodo, cioè della base di partecipanti, mica male. Ecco, sarà dura che le società abbiano il coraggio di scalfire così duramente il polmone d’acciaio che le tiene in piedi. Quindi? Quindi si rimarrà  con quel fastidio che ogni volta richiama la parola nazionale, tranne che per chi pensa che il calcio non sia polemica  ma una solida sostanza di storia, passione e memoria che magari parte da nazionali che salutavano romanamente e avevano nomi come Meazza, Pozzo etc etc.

Ciò detto, vuoi vedere che chi ha ucciso il campionato facendolo spezzatino ora sarà il salvatore della memoria della nazionale? Incoerenze dell’oggi finanziario