Vincenzo, ci sei?
Assenti per ragioni varie Contador e Quintana, a poco tempo dall'avvio del Tour, il Giro del Delfinato ha misurato due dei favoriti dicendo che Froome c'è. E Vincenzo?

Vincenzo, ci sei?
Innanzitutto, tifosi dello Squalo state sereni, nel senso che l'anno scorso, di questi tempi, Nibali riceveva assurde lettere di richiamo dall'Astana per scarso rendimento, e poi si è visto come è andata a finire. Certo, qualche dubbio dopo questo Delfinato lo si può avere, ma ormai le preparazioni hanno preso percorsi tortuosi ed è difficile trarre auspici da corse preparatorie che fanno quello che devono giusto fare: preparare.
Al Tour i favoriti (che mettiamo in ordine di vittoria) saranno quattro: Nibali, Froome, Contador e il giovane ma maturo assai, Quintana.
Contador, lo sappiamo, ha scelto di provare ad essere una volta di più leggenda passando dal Giro alla ricerca della doppietta. Il “pistolero” è venuto, ha visto e ha vinto con difficoltà (o risparmio?) nella sola ultima tappa di montagna. Poi è sparito, a ricaricarsi, e quindi la sua condizione rimarrà un'incognita fino alla partenza di Utrecht.
Quintana, l'Indio che sembra destinato a diventare fuoriclasse, dopo la Tirreno ben vinta, è sparito nell'anonimato, non si sa se per l'allergia di cui soffre o per calcolo o.... Quindi, anche per quel che riguarda lui, prima di Utrecht non si può dire nulla.
A darci visioni di futuro restano solo Froome e Nibali, e il recente Delfinato. Una bella corsa, quella delle alpi francesi, dove crisi e resurrezioni si sono avvicendate, come al Giro, a dire che forse il ciclismo, finalmente sta perdendo la perfezione delle macchine per riprendersi l'aleatorietà dell'umano. Froome, alla fine, ha vinto e si è dimostrato già in palla (troppo presto? Lo vedremo). Ha mostrato continuità, il Keniano, ha vacillato solo nella giornata della riscossa di Nibali, quando Vincenzo si è preso la maglia gialla, nelle giuste proporzioni, ricordando Pantani e un'altra giornata di pioggia. Forte, superiore, nelle tappe successive Froome ha distanziato Nibali e gli altri e poi demolito Van Garderen quanto bastava prendendosi il Giro, a dire che dopotutto, lui in Francia, sarà senza dubbio un protagonista.
E Vincenzo? Mah, alla prima tappa di lotta si è tirato indietro, come si fa quando l'orizzonte non è la vittoria ma la preparazione. Poi il giorno dopo ha scelto di dare un segnale, attaccando e prendendosi la maglia gialla, anche se alla fine un cedimento ha dato la vittoria all'ex mondiale Rui Costa. Nella tappa successiva, ha mollato, in qualche modo arrendendosi, un qualche dubbio sulla volontarietà del crollo resta, ma si sa, lo spendere eccessivo a volte si paga. Poi, nell'ultima tappa, anche questa con arrivo in salita, Vincenzo ha deciso di fare il gregario a Scarponi, fornendo una bella trainata ma rimanendo poi indietro, anche se neanche tanto, e se leggi tra le righe della prestazione quella salita dice che Vincenzo così alla deriva non era, anzi...
Dunque, Nibali c'è? Beh, diremmo che se non c'è, probabilmente da Utrecht in poi ci sarà. Basta avere negli occhi l'anno scorso per capire che la strada della crescita è un po' quella. Rispetto al 2014 rimangono un po' più in grigio i mesi precedenti di Nibali, le classiche troppo anonime, ma le feste di un Tour vinto le si pagano anche ad inizio stagione. Quindi, aspettiamo il Tour con fiducia, passando dalla prova del tricolore, che l'hanno scorso fu assai indicativa. Quest'anno la maglia la si assegna con arrivo a Superga e partenza da Milano. Un arrivo alla Vincenzo. Vedremo subito se lui ci sarà.