Il Fiandre: la corsa che insegna a resistere e non avere paura
La Ronde è l’unica classica monumento che non si fermò per il secondo conflitto mondiale, anzi in quegli anni divenne simbolo della resistenza all’invasione nazista. Non si può pensare che oggi possa fermarsi, sarebbe il segnale che il terrorismo può vincere.

Il Fiandre è in programma il 3 aprile, qualche voce di sospensione della corsa si è alzata ma subito si è cambiato idea, ma non poteva essere altrimenti. C’è un modo per dimostrare quanto correre il Fiandre sia simbolicamente importante, oggi, ed è raccontare la sua storia durante la seconda guerra mondiale.
10 maggio 1940, la Germania invade il Belgio. Achiel Buysse,
venti anni, aveva vinto da poco il primo Giro delle Fiandre, staccando il
secondo arrivato di più di un quarto d’ora. Era un ragazzo magro, semplice, che
sapeva andare sui muri come nessuno, quasi fosse nato per le ripide gobbe
polverose.
In breve, durante i primi mesi dell'occupazione, quello che si muove attorno alla Ronde diventa simbolo di resistenza antitedesca. Però nonostante ripetute pressioni, gli
occupanti non riusciranno ad interrompere la corsa.
Dietro di essa si mosse tutta una nazione, tanto che progressivamente il Fiandre diventò simbolo dell’indipendenza belga, come più volte scrisse la stampa clandestina antitedesca.
Buysse vinse anche nel 1941, premiato dalle autorità
tedesche ma subito rapito da una folla che lo portò in trionfo cantando canzoni
patriottiche.
In breve Achiel diventò un personaggio popolarissimo, anche troppo. Nel 1942 la sfortuna lo attanaglia. Lui nella sua corsa è quattordicesimo, vince Schotte. La stampa filonazista attacca Achiel per una storia d’amore con una cantante, ma il popolo non lo tradisce
Nel 1943 Buysse ha tutti gli occhi
addosso. La sua terza vittoria del Fiandre, prima tripletta nella storia,
sarebbe il simbolo della rivalsa belga.
Alla fine, fu un boato che accompagnò la volata
vittoriosa di Achiel. Un boato che attraversò tutto il
Belgio e cancellò ogni coprifuoco.
Quella corsa fu l’apice della carriera di
Achiel, che fra infortuni e problemi vari trascinò avanti la carriera senza più
grandi sussulti.
L’anno successivo la Ronde fu vinta da un campione in erba, Rick Van Stemberger dopo una volata di una quindicina di corridori.
Buysse nel dopoguerra diventò un corridore amato anche senza
grandi vittorie. Si ritirerà nel 1949, ma non perse l'alone di leggenda.
1952, c’è un
galà sportivo a Bruxelles. La folla ignora il re ma acclama un uomo con pochi
capelli, elegante, che si muove nel pubblico con un misto fra timidezza e
consapevolezza.
Re Baldovino conosce quell'ex campione, si avvicina e abbassa il capo. “Tu su una bicicletta hai saputo unire il nostro popolo e hai dato ad una Nazione la speranza insegnandogli a resistere. Grazie.”
Ecco cosa vorrebbe dire non disputare il Fiandre 2016 per il terrorismo. Ma non succederà.