Thohir: missione compiuta
Il 15 novembre 2013, l’indonesiano aveva acquistato la maggioranza dell’Inter dalla famiglia Moratti. Nel prossimo week end potrebbe interrompersi il suo regno, con il passaggio della maggioranza a Suning. Vittoria o sconfitta?

Primo dato: tranne colpi di scena, nell’immediato poco cambierà nel management sportivo della società nerazzurra: Thohir rimarrà presidente, perché Suning al momento non ha intenzione di preoccuparsi direttamente della parte tecnica. A loro l’Inter interessa come propulsore nella penetrazione dei mercati europei, non per alzare direttamente trofei. E’ chiaro però che la penetrazione sarà tanto più “vincente” quanto l’Inter riuscirà ad essere “vincente” in Europa e quindi l’attuale management deve essere considerato a progetto, o si vince, o si cambia
Detto ciò, come ne esce la storia di Thohir?
Arrivò dicendo di essere un imprenditore in campo sportivo e prese un’Inter in evidente difficoltà sotto molti punti di vista.
Oggi, se consideriamo quegli stessi punti di vista, tutti
gli indicatori sono migliorati, Certo, non ci sono miracoli, ma un
miglioramento e una base di progetto sono evidenti. Proprio questi devono
essere stati i dati che hanno convinto Suning a tenerlo al vertice, al momento.
Ci vuole un manager esperto dell’ambiente Inter, e oggi, chi meglio di Thohir?
E' chiaro, non tutto si è compiuto del disegno iniziale. Il primo neo è lo stadio di proprietà. In partenza doveva essere uno dei primi obiettivi, e in tal senso l'indonesiano, convinto di essere di fronte ad impegni seri, si era mosso, coprendo San Siro nel momento in cui il Milan dichiarava di voler migrare altrove.
Poi però in casa rossonera la migrazione è naufragata miseramente, e l’Inter si è trovata nuovamente senza progetto stadio, ma senza nessuna responsabilità diretta, va riconosciuto.
Ora la storia, tutta la secolare storia dell'Inter, cambia. Sembrerebbe di doversi misurare con un Inter
senza Moratti, con pochi italiani al vertice, tranne Mancini, Ausilio e Gardini, precari
comunque.
L'Inter dovrà misurarsi da sola con il mondo, vedremo come andrà.
Certo, c’è anche la possibilità che più si affermerà il brand., più il concetto di Inter (o di Milan) tenderà ad affrancarsi dal
concetto geografico di Milano.
Succederà? Possibile, ma speriamo di no, tutto
dipende da quanto Milano saprà far risaltare nel mondo la sua identità, non
solo calcistica, ma culturale.
Parola di Erik Thohir: “Abbiamo un management da top club europeo, una cosa che non tutti in Italia posseggono. L’obiettivo è quello di costruire un’Inter globale, ma che allo stesso tempo non perda i suoi sui valori, una società capace di calarsi in una realtà italiana che deve crescere per competere con gli altri campionati più importanti d’Europa”