Juve che succede? Tanto sempre Allegri bisogna stare

Tre amichevoli, due sconfitte e una vittoria, ma soprattutto mai il senso di una squadra definita, che come l’infortunio di Khedira (due mesi di stop?) dimostra, tende ad accentuare i dubbi più che a dissiparli. E così, nel mirino torna il tecnico di Livorno, esattamente come un anno fa, come niente fosse successo.

L’anno scorso, di questi tempi, il mugugno degli Juventini verso il tecnico ex milanista montava.

Il metodo Conte li aveva lasciati, e l’allenatore di Livorno, scelto repentinamente dalla società, ai tifosi non sembrava certo l’uomo giusto al posto giusto. Allegri aveva ereditato una squadra così come Conte l’aveva voluta, ma in realtà ebbe il dono e la bravura di adattarsi in tempo ad essa, placando le critiche con i risultati.

Alla fine, lo Juventus stadium si era trovato a vivere unaa stagione quasi perfetta, bloccata proprio alle soglie del triplete. Se i tifosi esultavano, la società ha letto questo apice in un certo  senso come la fine di un ciclo, dando così inizio ad una ristrutturazione con le partenze di presenze storiche come quella di Pirlo, Tevez e Vidal. Una serie di “meno” che però secondo la dirigenza sono stati abbondantemente compensati dagli arrivi di Zaza, Rugani, Mandzukic, Khedira e Dybala.

Questo il quadro generale in cui si è inserito il precampionato, che tutti sanno inutile ma che poi, tutti, rendono dialetticamente proficuo. Bene, le tre amichevoli (sconfitte con Dortmund e Marsiglia, vittoria a Danzica) non hanno convinto, seminato dubbi, e soffiato sulle braci dell’estate scorsa, quelle delle fiamme anti-Allegri. A sommarsi ai risultati è stato l’infortunio di Khedira, uno che sano sano non è stato mai, giocatore su cui si contava per non far sentire assenze nei nuovi meccanismi , e invece…

E quindi? Allora, come dicevamo, nel chiacchiericcio mediatico risalgono le opinioni anti Allegri. Quelle per cui l’annata precedente costituiva gli interessi dell’onda lunga di Antonio Conte, oppure i giocatori hanno tirato fuori l’orgoglio perché si sentivano traditi, oppure Allegri nella sua prima vera squadra ha disfato ciò che altri avevano reso vincente, oppure…

Tranquilli però, poi verrà il calcio vero,  e  magari le vittorie, che tutto fanno dimenticare, o le sconfitte da urlo e da “te lo avevo detto io!”.

Certo, il coraggio di cambiare, in casa Fiat, ha buttato in campo molti dubbi, anche se i precedenti storici dovrebbero aver insegnato che i bianconeri hanno cominciato a vincere proprio quando un’altra squadra vincente non ha cambiato, quell’Inter post-triplete sfasciata da Benitez, come Mourinho proclamò, anche se forse a sfasciarla fu semplicemente il poco coraggio Morattiano.