Il simbolo di questa Inter è Murillo, incensato dalla stampa per mesi, ieri uno dei protagonisti in negativo della disfatta.

Veniamo da un Juventus Inter in cui i nerazzurri non ci hanno capito niente. Sono stati umiliati reparto per reparto, come si scontrassero squadre di categoria inferiore e non la seconda e terza del campionato.

Segno di un momento nerazzurro difficile, quello in cui, molti dicono, i nodi sono venuti al pettine, perché senza gioco, senza idee, non si vince nulla.

Ecco, ora la fortuna è scaduta, e si paga il giusto.

E’ il momento delle analisi impietose, partendo dalla distruzione di Mancini, per la maggioranza un viziato, indeciso, arrogante, uno che ha voluto il frigorifero infarcito di ingredienti pregiati, comprati a rate, ma poi non  è riuscito a cucinare un piatto decente, arrivando ad una squadra incompiuta, senza una identità.

E’ cosi?

L'orizzonte pare nero, anche se l’obiettivo di stagione, il terzo posto, non è tramontato, anzi.

Certo, se anche il derby dovesse andare storto, probabilmente il tanto amato Mancio comincerebbe a scendere dagli exit poll perdendo la maggioranza degli interisti, cattivi come amanti illusi poi traditi E sicuramente qualcuno di essi, finchè sarà libero un certo Mourinho comincerà a sognare un ritorno del number one, dimenticando che restando fra allenatori viziati, al di là delle parole di amore, sarà difficile Jose, fra molte lusinghe possa scegliere un’Inter povera, indebitata da fallimento e imprigionata nel fair play finanziario.