Europa: l'Italia non s'è desta

A parte la Fiorentina che è andata a prendersi ieri sera Stanford Bridge dopo aver battuto il Barcellona, per il resto gli scontri estivi del calcio italiano con quello che conta, si sono rivelati naufragi che, illusioni a parte, denunciano un livello complessivo inferiore. Lo dimostra il mercato, noi li chiamiamo “colpi”, ma in realtà riusciamo a mettere le mani solo su giocatori che le grandi europee hanno oggettivamente scartato.

Amichevoli fra le italiane e le grandi europee.  Pur con tutte le riserve del caso, il quadro degli ultimi giorni è disarmante (Fiorentina a parte, che di questi tempi con le squadre d’oltre frontiera sembra un’isola felice): Juve Borussia 0 2,  Inter-Real 0 3 Inter-Galatasaray 0 1, Bayern-Milan 3 0,  Milan- Tottenham 0 2, Barcellona-Roma 3 0 sono risultati  troppo eclatanti per non dare nell’occhio.

Certo, le amichevoli non contano, ma queste sconfitte danno un senso unico assai deprimente. E’ anche vero che analizzando i dati oggettivi degli ultimi anni, cioè i risultati, Juve vicecampione europea  a parte, ma per lei funziona il discorso ristrutturazione come attenuante,  la Roma è stata una presenza mediocre in ambito europeo e le altre due dal blasone nobile (Milan e Inter) in Europa non ci sono più, essendo da noi ormai squadre da centro-classifica.

Eppure, l’Italia è esaltata  ed eccitata dai colpi estivi. Sembra che siano ormai le italiane a creare il mercato d’elite europeo, accaparrandosi tutto il buono che gira.

I risultati, ahime, sembrerebbero dire il contrario. La realtà è che il mercato di cui noi ci nutriamo e ci nutriremo, è quello dell’usato a chilometri zero, non certo le top car appena uscite dalla fabbrica. Quello è. Poi magari rinnoveremo talenti, come hanno fatto le migliori Inter, Juve e Roma degli ultimi anni, ma quella è un’altra storia. Di fatto sarebbe meglio un po’ di realismo, lo dimostra il campo che è quello che conta, alla fine. Fiorentina a parte.