Italbasket: una vittoria non basta per volare

La vittoria con l’Islanda (71-64) non serve a dipanare i dubbi di una nazionale che sembra ancora far fatica a raccogliere i frutti di un valore tecnico indubbio. Bene Gallinari e Gentile, sulla via del miglioramento Belinelli e Hackett che però devono trovare continuità, il resto non torna, a partire dalla difesa e dalla capacità di “chiudere” il vantaggio. La madre di tutte le risposte è comunque vicina. Martedì ci aspetta la Spagna, reduce dall’aver demolito di una trentina di punti la Turchia, che c’era sembrata assai ostica sabato. O si cambia. O si muore. Sportivamente, si intende.

Non ci siamo ancora. E chissà se ci lasceranno il tempo di esserci, perché domani ci attende la Spagna di mister Scariolo, che dopo la sconfitta con la Serbia, si è ripresa nientemeno che demolendo la Turchia 104 – 77 che contro noi a trtti era sembrata assai irresistibile.  E tenete presente che la Germania è stata sconfitta dalla Serbia solo a 7 secondi dalla sirena, quindi quelli che ci aspettano prossimament sono pronti. Noi, o ci svegliamo o ciao.

Non è per dire che già stanno volando i corvi, resta comunque la sensazione che quello che si è visto finora non basta per darci neanche il quarto posto nel girone.

I problemi da risolvere sono molti.

Innanzitutto la difesa, perché se è vero che l’anomala formazione islandese fatta di dodici esterni ci poteva mettere in difficoltà offensivamente, dall’altra risulta inspiegabile perché a rimbalzo ci ha messo in difficoltà.

Davanti, se siamo una squadra perimetrale, manca una continuità offensiva, pagata regolarmente con percentuali inferiori a quelle degli avversari.

Per quel che riguarda i singoli, se la linea Gallinari e Gentile sembra vicina allo stato ottimale e Belinelli-Hackett-Datome pare in crescita, per i restanti siamo lontani da un rendimento da alto contesto. Inutile dire che molto ci si aspettava da Bargnani, per ora capace solo di offrire un minimo di sprazzo offensivo, anche Cusin e Melli paiono non sul pezzo, vaghi, fallosi e sempre meno reattivi dell’avversario di turno.

Basteranno 48 ore per ritrovarsi? Difficile da dirsi, certo che nel dna dello sport italiano sembra esserci la miracolosa capacità di ripresa di fronte alla difficoltà. qui, però, le circostanze sembrano assai complicate.