Basket Italia: si investe sul futuro, finalmente
La improvvisa fuoriscita di Pianigiani non ha sollevato polveroni. Un po’ perché l’ex coach senese rimane nell’orbita della nazionale, continuando a coordinare squadre nazionali giovanili e impianti federali, e un po’ perché il futuro coach, anche se non ufficiale, è di quelli indiscutibili

D'improvviso, anche si era intuito da tempo che a qualcosa di nuovo l'amarezza di Petrucci all'Europeo avrebbe portato, Pianigiani fa un passo indietro, lasciando la guida tecnica della prima squadra. Una notizia così clamorosa, che in ambiti diversi avrebbe comportato processi e discussioni da bar sport, in realtà di rumore ne ha fatto pochino. In pratica, nel campo della pallacanestro italiana, non c'è stato botto, anche perchè assieme alla news delle dimissioni si è diffuso l'identikit ben preciso del successore , una gloria tecnica italiana ed europea, Ettore Messina, che ha la curiosità storico-statistica (che comunque ne definisce il profilo) di essere il primo coach non nord americano ad avere allenato in Nba (26 novembre 2014, San Antonio). Se davvero, come sembra, il prescelto fosse Messina, tutto tornerebbe, con un basket azzurro che attraverso la politica di Petrucci gioca tutte le chance possibili per essere a Rio e ridisegnarsi un orizzonte alto. Niente da dire, la Fip sta scendendo in campo con una strategia quasi sconosciuta al nostro paese, quella del meglio possibile, paragonandosi a sport politicamente meno “attuali” sarebbe come se nel Calcio si spostasse Conte a guidare la politica tecnica giovanile e i centri federali e Ancellotti o Capello arrivassero ad allenare la nazionale maggiore. Aspettando la conferma di Messina, speriamo solo che per la prima volta l’investimento di intelligenza e programmazione su una nazionale indiscutibilmente forte, possa dare i giusti frutti. Petrucci ci sta mettendo tutto il suo peso, compresa l’intenzione di portare a Torino il torneo di qualificazione pre-olimpico, per garantirsi il sesto giocatore, il pubblico. La Fip avrà da combattere con potenze tecnico-economiche, esempio la Germania, ma lo stesso la sua gestione merita un plauso. Speriamo che risultati e fortuna possano dare i frutti che meritano.