Basket: bene gli italiani in fuga
Per un Bargnani che torna (forse) ci sono altri che stanno ancora all’estero, stanno facendo bene e sono pronti ad essere la spina dorsale della squadra di Ettore Messina che partendo da Torino, cercherà l’Olimpiade.

All’inizio, un decennio fa, fu uno: Bargnani, prima scelta Nba.
Oggi, l’Italia che sottocanestro conta, per buona parte vive
e lavora all’estero.
Una versione cestistica della fuga di cervelli giovanile. Il capostipite, Andrea proprio di recente ha scelto di sciogliere consessualmente il contratto con Brooklyn, cosa strana visto che essendo al minimo non pesava granchè sulle casse dei Newyorkesi. Evidentemente devono essere stati dati non economici i motivi del divorzio, probabilmente un altro modo per cercare se stesso del giocatore romano che ha dato il meglio in America nelle prime stagioni, poi gradualmente sparendo. Andrea adesso è lì, che aspetta. Per ora ha rifiutato lOlympiakos di Hackett, vedremo nel futuro prossimo se è stata scelta saggia. Certo alle preolimpiche sarebbe necessario arrivarci da giocatore, non da ex.
Restano invece solidamente americane le prospettive di un Gallinari sempre più maturo e forte, che a Denver ha trovato una crescita che lo pone di fronte a prospettive più ambiziose. Bisogna vedere se la domanda economica e tecnica di qualcun altro incontrerà l’offerta, intrigando sia le prospettive di Danilo sia quelle di Denver, società che ha buone intenzioni di crescere e che sembra intenzionato a puntare sull’italiano.
Poi laggiù rimane sempre Belinelli, ben pagato a Sacramento ma non del tutto a suo agio a guardare le prestazioni tecniche. Anche lui potrebbe interessare a molte altre squadre visrto il rapporto contratto-qualità, bisognerà vedere le vie del mercato futuro come si muoveranno anche se è certo che il Beli rimarrà oltreoceano.
Ma fuori dal confini sono anche altri gli italiani nel basket che conta. Cominciando da un Datome che tornato dell’America si sta rivelando pedina fondamentale nel basket d’elite continentale e sta facendo rimpiangere il maledetto infortunio agli Europei, sfortuna che ci ha privato di una pedina che nell’equilibrio delle molte partite avrebbe potuto fare la differenza.
In Turchia, e nella stessa Euroleague, quella che conta e che ha già rigettato le squadre italiane, Gigi sta facendo la differenza, ormai diventato uno dei leader dei Fenerbahce, un buon prospetto in vista di Torino.
Bene poi anche gli altri due azzurri emigrati, il Daniel Hackett
greco e il Melli tedesco, a dire di una Italia che non sfigura a livello
individuale e tecnico.
Insomma, pensando all’Italia, che riunirà tutti i talenti sotto una stessa maglia, Rio può essere possibile, e vicina.