Husain Bolt: chi era costui?
Ci fu un tempo, poco tempo fa, in cui Husain Bolt era considerato l’uomo venuto da un altro pianeta, atterrato in Giamaica nel 1986 per scardinare ogni record della velocità. Straordinario, praticamente imbattibile, un soggetto perfetto anche mediaticamente, che sapeva esser spietato ma anche simpatico, semplicemente grandioso. Oggi, però, qualcosa sembra essere cambiato…

Bolt, fin da giovane era un talento unico. Crescendo le sue performance divennero imbarazzanti.
Ad un certo punto, non trovando praticamente avversari “in carne ed ossa” la sua sfida divenne quella contro il tempo.
Da questo punto, abbassò a dismisura i limiti della velocità umana, correndo i cento metri nel 2009 a Berlino in 9.58 e i 200 in 19.19. Bolt vinceva grazie ad un fisico unico per un velocista, leve lunghe ed esplosive ed una facilità di stile uniche, che rendevano quasi “inutili” gli altri, quasi rendendolo il primo di una nuova razza di velocisti al di sopra dell'umano finora conosciuto.
Negli anni successivi il giamaicano non ripetè i numeri berlinesi, ma lo
stesso apparve imbattibile, dove e quando lo voleva.
Fino a questo 2015.
Va detto che intanto, anno dopo anno, il panorama velocistico attorno a lui
è cambiato, ricambiato e ancora cambiato.
Stravolti probabilmente dal non essere Bolt, i suoi principali avversari sono stati tutti catturati dall’antidoping. Squalificati, e poi tornati.
Oggi, tutti quelli che stanno dominando la velocità del 2015 sono atleti
incappati, nella loro carriera, in sanzioni: Gatlin, Gay e il connazionale
Powell.
Qualcuno ha visto in questo stillicidio di puniti un cerchio che si chiudeva attorno a Bolt, ma al di là della solita teoria del sospetto, per Husain rimane lo stesso il problema umano di essere stato troppo forte per troppo tempo. E rimane il problema che se qualsiasi macchina può usurarsi, figuriamoci l’uomo.
E così il 2015 sarà per Bolt l’anno della resa dei conti.
Un infortunio, continui ritiri, nelle poche comparse pubbliche prove da mediocre. Un panorama di grigiore inedito mentre Pechino si avvicina e gli avversari si dimostrano in crescita (finora in 24 sono scesi sotto i 10 netti nel 2015), e in grado di competere con un qualsiasi Bolt... che non sia Bolt.
Qualcosa si è rotto, nel giamaicano, al di là del fisico? Lo
diranno i mondiali di Pechino, che inizieranno il 22 agosto. La prima domanda
è: riuscirà a recuperare se’ stesso in un mese, dopo le rinunce ai recenti
meeting milionari, perché non in forma?
E dunque, Bolt a Pechino ci sarà a provare a
scoccare nuove frecce verso il cielo? La risposta non è scontata, e si porterà
dietro le considerazioni sulla possibilità storica che un atleta possa vincere
consecutivamente le due gare di velocità in tre olimpiadi, perchè Rio è vicina.
Anche questa potenziale terza olimpiade da vincere è un dato che mostra come Bolt sta giocando con la leggenda, troppo per un essere, nonostante tutto, umano? Vedremo…
