Dopo i Mondiali, l'Italia che nuota c'è

Ad un passo dal compimento del quadriennio olimpico, i Mondiali di Kazan sono stati un’ottima cartina di tornasole per verificare quale sia il "posto nel mondo" dell’Italia che nuota. Un buon posto, diremmo. Settimi nel medagliere, 3 ori, tre argenti, otto bronzi, sesti come numero di podi (superiamo abbondantemente la Francia 14 a 7). Sicuramente un buon lavoro e un buon avvicinamento a Rio, anche se non tutti i podi sono specialità olimpiche.

Bene. Ci siamo, I protagonisti di vasche e trampolini sono pronti per chiudere il loro ciclo puntando alle medaglie. In ordine di apparizione, innanzitutto Tania Cagnotto, che può chiudere una carriera a Rio portando a casa una medaglia che sembra possibile. La via da oggi sarà, come dice papà Giorgio quella tracciata nelle ultime stagioni, tenendo presente di non strafare, perché l’età c’è,. .

Un po’ in ombra la Dalapè, che dovrà fare i conti anche con la mancata qualificazione da giocarsi in una non impossibile Coppa del Mondo. Dopo la delusione, ci riproveràse agonistica prima di cambiare vita, perché è tanta la voglia di diventare mamma. Certo l’oro dell’Europeo, seppur vicino, sembra già molto lontano. Ci vorrà la forza di ritrovarsi. Per il resto, si dovranno individuale le nuove prospettive al quadriennio successivo, perché al momento di concreto pare esserci poco, scuola tecnica a parte, che sembra una partenza comunque fondamentale.

Le squadre della pallanuoto, poi. Bene ma purtroppo, parallelamente, entrambe, sono cadute in amnesie di tensione nelle gare che contavano poi cadendo ai rigori ad un passo dall’Olimpiade. Hanno comunque dimostrato di potere raggiungere ogni obiettivo Il rammarico più grosso è quello di aver perso per un soffio la qualificazione diretta e dover ora passare da eliminatorie che a volte si rivelano sanguinose. Però ad un anno dai giochi in campo ci siamo, e questo è importante.


Il nuoto si è confermato eccellenza nel fondo, al di là della distinzione fra specialità olimpiche e non, e discreta certezza in vasca, dove Paltrinieri ormai è il numero uno sul campo, mentre la Pellegrini ora sa che può giocarsela come deve e vista la caratura caratteriale, è da temere anche per l’oro. C’è da aspettarsi un miglioramento delle staffette, certo, l’impressione generale è che siano mancate un po’ più di finali, ma partendo dalle certezze di chi ci sarà a Rio, anche qui a dar il giusto ricambio (ma Paltinieri resterà) al movimento sarà compito del nuovo cicli quadriennale, visti però i buoni risultati e il materiale umano che nonostante tutta la mancanza di risorse l’Italia tecnica riesce a tirare fuori, c’è da ben sperare.

Una annotazione a margine: il mistero Sun Yang è l'ennesimo giallo di una nazione che può permettersi ogni volta di dare poche spiegazioni. Rissa con botta in testa da parte dei brasiliani? Scompenso al cuore? Altro, tipo valori sballati in qualche esame? Non avremo risposta, e questo è sopportabile? Ma la politica è politica, si sa.