Italrugby verso i Mondiali; calma piatta!
Dopo la lotta "titanica" fra giocatori e federazione, mostratasi inflessibile quasi chu scende in campo fosse il solo colpevole di un sistema che non prende quota, c’erano i mondiali under 20 in Italia, e l’obiettivo minimo di arrivare undicesimi e almeno, di stare nella Pool A. Obiettivo raggiunto per il rotto della cuffia, molto impegno, ma poche soddisfazioni. Poi c’era la speranza di andare a Rio con le squadre a sette. Niente da fare. Eliminazioni… mai in discussione. Ma lo stesso, il consiglio federale ha deciso di non cambiare nulla. Ogni tecnico rimane al suo posto. Aspettando i Mondiali

Anni e anni fa (quindici ormai), l’ingresso
dell’Italia rugbystica nel fino ad allora Cinque Nazioni, aveva fatto sognare.
E, sognare, aveva fatto l’immagine di uno sport che raccoglieva eterni tutti esauriti, trend pubblicitari in crescita, e una immagine di ambiente puro, forte e cavalleresco.
I soldi per provare a investire c’erano, e ci sono stati. Insomma, le premesse per fare crescere un movimento fino a quel momento etnico erano buone. Fra franchigie, internazionalizzazione, scuole giovanili, qualcosa si è tentato di programmare, ma nulla, i risultati hanno continuato ad essere scarsi, l’entusiasmo se non si è perso si è appiattito, e ora, con budget da crisi, si è cominciato a far volare gli stracci, vedi la lotta fra federazione e giocatori professionisti.
Che agonistcamente tutto sia fermo, lo ha dimostrato il solito deludente Sei Nazioni, che di soddisfazioni ne ha date poche, il mondiale Under 20 casalingo, che ha lasciato intuire che in prospettiva futura le cose non cambieranno, anzi, continueremo a prenderne assai, e l’ultimo Torneo di Qualificazione Olimpica del Rugby a sette, dove maschi e femmine sono riuscite a prenderle da nazioni che i nostri investimenti se li sognano. Cambiamento? Il consiglio federale di venerdì scorso ha deciso che tutti i tecnici “perdenti di giovani e squadre ridotte rimarranno al loro posto. Tutto a posto, dunque, aspettando che il vento cambi. Quale vento? Nuove idee verranno visto che le vecchie non hanno funzionato? Non si sa. Resta il non sense della battaglia combattuta ad inizio ritiro contro giocatori che bene o male, singolarmente, riescono a raggiungere vette più alte dei risultati politici o di programmazione. Il resto va bene così, sia al vertice della piramide che più sotto. Ci sarà da scegliere il nuovo ct a breve, con Brunel che se ne va a cercare altre glorie. Non è che i ct stranieri sgomitino per venire, sembra. Sarà solo colpa dei giocatori? Mah
E, sognare, aveva fatto l’immagine di uno sport che raccoglieva eterni tutti esauriti, trend pubblicitari in crescita, e una immagine di ambiente puro, forte e cavalleresco.
I soldi per provare a investire c’erano, e ci sono stati. Insomma, le premesse per fare crescere un movimento fino a quel momento etnico erano buone. Fra franchigie, internazionalizzazione, scuole giovanili, qualcosa si è tentato di programmare, ma nulla, i risultati hanno continuato ad essere scarsi, l’entusiasmo se non si è perso si è appiattito, e ora, con budget da crisi, si è cominciato a far volare gli stracci, vedi la lotta fra federazione e giocatori professionisti.
Che agonistcamente tutto sia fermo, lo ha dimostrato il solito deludente Sei Nazioni, che di soddisfazioni ne ha date poche, il mondiale Under 20 casalingo, che ha lasciato intuire che in prospettiva futura le cose non cambieranno, anzi, continueremo a prenderne assai, e l’ultimo Torneo di Qualificazione Olimpica del Rugby a sette, dove maschi e femmine sono riuscite a prenderle da nazioni che i nostri investimenti se li sognano. Cambiamento? Il consiglio federale di venerdì scorso ha deciso che tutti i tecnici “perdenti di giovani e squadre ridotte rimarranno al loro posto. Tutto a posto, dunque, aspettando che il vento cambi. Quale vento? Nuove idee verranno visto che le vecchie non hanno funzionato? Non si sa. Resta il non sense della battaglia combattuta ad inizio ritiro contro giocatori che bene o male, singolarmente, riescono a raggiungere vette più alte dei risultati politici o di programmazione. Il resto va bene così, sia al vertice della piramide che più sotto. Ci sarà da scegliere il nuovo ct a breve, con Brunel che se ne va a cercare altre glorie. Non è che i ct stranieri sgomitino per venire, sembra. Sarà solo colpa dei giocatori? Mah