Tour memorie: notti magiche in Normandia
Tour della memoria. Oggi si arriva in Normandia, per il ciclismo storico la terra di Jacques Anquetil, uno dei primi corridori divi. La Francia lo adorava, lui viveva come un divo del cinema ma anche, vinceva come un fuoriclasse.

Ciclismo alla fine del dopoguerra. Genio e champagne. Nel confine fra anni cinquanta e sessanta, quasi tutte le sere, l'aria pesante di Normandia si rianimava di risate, musica e scintillii di cristalli. Echi di feste lontane, ricca architettura “bourgeoise” a cui l'illusione della “grandezza” appiccicava il vezzo di chateau.
Là dentro, fra viali illuminati e balli sfibranti, solo qualche settimana all'anno si rimaneva tranquilli. In quei giorni ogni abitante di Saint Adrien capiva che Jacques Anquetil stava preparando un grande trionfo. Cinque tour, due giri, il record dell'ora, quale impresa annunciasse quel silenzio sceglietela voi.
Jacques correva in bicicletta con il mito di Fausto Coppi. Teneva nel punto più in vista del suo studio una foto di loro assieme. Sembrava il ritratto del figlio del padrone accanto al mezzadro
Jacques era bello, elegante, simile a quei divi americani che le sere d'estate riempivano via Veneto. Divi che passeggiavano come Dei in mezzo al popolo.
“Sur un velo” il popolo si chiamava Poupou, al secolo Raymond Poulidor, che riempiva il tempo senza bicicletta con il lavoro nei campi, esattamente come Jacques faceva con le feste. Poulidor era amato più di Jacques, si impegnava più di Jacques, faceva più sacrifici di Jacques, ma non vinceva mai. Gli spazi senza pedali che Jacques riempiva con le donne e lo champagne per lui erano chilometri di Francia da macinare. Eppure, Poupou. non lo battè mai.
Jacques Anquetil si ritirò alla fine degli anni 60, ricco e vincente, così come aveva vissuto, rifiutando ogni antidoping e ogni spazio ordinario, anche nella preparazione “alimentare” alle corse. Continuò a stupire, fra donne, figli, amanti, finchè un cancro allo stomaco non piombò a rompere la sua fiaba. Poupou, anche stavolta arrivo prima io, disse a Poulidor, riferendosi alla morte così. Già, Anquetil fini così, stupendo, come era vissuto.