Media e sport: l'apparenza batte la sostanza

Domenica 8 maggio si sono corsi due importanti eventi di atletica: i Campionati Mondiali di Marcia e in 34 diverse nazioni il Wings for Life World Run. In comune cosa hanno avuto? Un vincitore Italiano. E di diverso? Bastava guardare la rete, le tv e i giornali di lunedì, per accorgersene....

Domenica 8 maggio 2016 si sono avvicendati due importanti eventi di atletica, tra loro molto diversi.

A Roma si è corsa la 50 km di marcia a squadre vinta dall’Italia e con protagonista assoluto l’ex campione olimpico Alex Schwazer, che rientrava dopo 3 anni e 9 mesi da una squalifica per doping. Gli azzurri hanno vinto e hanno anche strappato il pass per le Olimpiadi di Rio de Janeiro.

A Milano, quasi in contemporanea, il campione del mondo della 100 chilometri, Giorgio Calcaterra, ha partecipato alla 3’ edizione della Wings for Life World Run, una gara benefica che si corre in contemporanea in 34 località nel mondo, dall’Italia a Taiwan, dal Perù all’Australia, dal Brasile al Giappone fino agli Stati Uniti e alla Russia.

Giorgio ha sbaragliato la concorrenza di migliaia di atleti, vincendo la gara italiana e quella mondiale.

Il giorno dopo, tra i principali quotidiani italiani, il nome di Schwazer era dappertutto, con giornalisti pro o contro il marciatore, le polemiche sulla squalifica o il meritato rientro alle gare dell’atleta.

Per trovare un trafiletto su Calcaterra, sono serviti occhiali da vista e tanta tanta pazienza.

Qui nessuno discute l’entità della squalifica o l’eventuale redenzione del marciatore altoatesino. Schwazer ha confessato, scontato la squalifica ed è rientrato dopo aver perso la fidanzata ed aver affrontato la depressione. Ha sbagliato, ha pagato. Doveva pagare di più? Meritava un’altra chance?

Non è questo il punto. Il problema è che un grandissimo atleta, capace di vincere per dieci anni consecutivi una corsa massacrante come la 100 chilometri del Passatore, che da tre anni vince la gara con sede in Italia della Wings for Life World Run e che domenica non ha avuto rivali a livello mondiale, ha fatto fatica ad avere un’anima pia che scrivesse di lui. Non che ne abbia bisogno ma forse meritava un po’ di attenzione. Ma, forse, la sua impresa fa poca notizia.

Eppure stiamo parlando di una corsa unica al mondo, la Wings for Life World Run: unica perché non c’è un traguardo, perché parti e dopo 30 minuti un’auto, inizialmente a 15 km orari, inizia a seguirti e pian pianino raggiungerà tutti i partecipanti. Unica perché si corre in tantissime città del mondo e, i migliori, si sfidano tra di loro senza vedersi, su percorsi simili ma non uguali e in orari diversi.

In Australia si parte alle 21.00, in California alle 04.00 del mattino, in Italia alle 13.00. E davvero speciale perché la cifra raccolta, oltre 6 milioni di euro nel mondo, vanno interamente alla ricerca per le lesioni al midollo spinale. Giorgio Calcaterra è riuscito a “sfuggire” alla Catcher Car, questo il nome dell’auto che insegue gli atleti, per 88,440 km, battendo di oltre 5 km il secondo classificato. Una prestazione fantascientifica, un atleta eccezionale.

Quasi come la stampa, incapace di trovare spazio e tempo per parlare di questo meraviglioso atleta romano. Su cosa si basano i titoli dei giornali? Su cosa si fondano le notizie? E’ più importante lo scoop o la sostanza? Probabilmente, per una volta, non aveva ragione Oscar Wilde quando scrisse “ L’importanza di chiamarsi Onesto”.