Memories - Il goal di Del Piero che licenziò Baggio

Juventus - Fiorentina. Dicembre 1994. Il commento di un giovane Ranieri: “Noi siamo studenti, loro maestri. D’altra parte loro devono vincere lo scudetto, noi no”. Parole realiste che nascondevano una grande amarezza...

Juventus Fiorentina 3 – 2

JUVENTUS: Peruzzi; Ferrara, Orlando, Carrera, Porrini, Paulo Sousa, Torricelli (53 Tacchinardi), Marocchi (74 Jarni); Vialli, Del Piero, Ravanelli. All.: Lippi.

FIORENTINA: Toldo, Carnasciali, Pioli, Cois (90 Flachi), Marcio Santos, Malusci, Robbiati, A. Carbone, Batistuta, Rui Costa, Baiano (71 Amerini). All.: Ranieri.

ARBITRO: Stafoggia

RETI: 24 pt Baiano., al 35 pt Carbone, al 28 e 31 st Vialli, al 43 st Del Piero.

Il commento del dopopartita di un più giovane Ranieri: “Noi siamo studenti, loro maestri. D’altra parte loro devono vincere lo scudetto, noi no”. Parole realiste che nascondevano una grande amarezza, perché quel giorno i viola furono ad un passo dalla vittoria esterna e si sa, Juventus Fiorentina non è una partita banale, è come dire nell’Italia medioevale un incontro tra Guelfi e Gubellini, roba che non puoi immaginarteli seduti a tavola a spassarsela assieme.

Le radici della ruggine fra viola e bianconeri probabilmente risalgono al 1982 e ad uno scudetto deciso all’ultima giornata da rigori dati, non dati e goal annullati. Feroce dualismo, dunque, e questo rende la vittoria del 1994, acquisita in rimonta, un sorriso indelebile che i bianconeri portano nel cuore. Quel giorno a Torino faceva freddo, ma la porzione bianconera della città era scaldata da una Juve affamata ( dieci anni senza scudetto) e carica dalla sensazione che l’avvento della combinazione triade +  Lippi + sigaro avrebbe regalato cose nuove  Alla sensazione, mancava giusto l’immaginario, quello che tiene in piedi i popoli guerrieri e che  nacque proprio quel 4 dicembre.

Quello torinese era un undici rimaneggiato. Mancavano molti titolari, Baggio, Kohler, Fusi, Di Livio e Conte Antonio (ma guarda un po’ ). Nonostante gli assenti, l’inizio è subito Juve. Toldo che salva su Porrini, e Ravanelli che si vede sfilare sulla linea un goal fatto e quasi già festeggiato. Il problema della difesa viola è un  fuorigioco montato al contrario, con sincronismi mal oliati. Dall’altra parte però anche la difesa bianconera (troppo preoccupata da Batistuta)  preparerà qualche pacco regalo, in particolare  a Baiano e Carbone, per uno zero a due che imbambolerà i torinesi per il pezzo di tempo restante, tanto che Ranieri chiederà ai viola di rispettare gli avversari non cercando il terzo goal, sottovalutando lo spirito guerriero della Juve di nuovo conio. Spirito che fu evidente al rientro in campo, quando incominciarono a rullare i tamburi del pubblico che credette fin da subito al miracolo, forse anche solo, dato il gelo, per scaldarsi.

Con i pistoni Sousa, Ravanelli, Vialli e Del Piero la Juve comincerà a sbuffare, spingere e sfondare a sinistra, senza segnare, però, perchè per  il primo goal bisognerà aspettare mezz’ora e un colpo di testa alla Vialli, su cross di Ravanelli. Da lì poi però le cose andarono veloci, perché bastarono solo due minuti per il due a due. Cross dell’appena entrato Jarni (mossa tattica azzeccata di Lippi), Ravanelli becca la traversa e palla di nuovo in area a fare una mischia che Vialli  risolve di nuovo alla maniera sua.

Pareggio, e quindici minuti per provarci. A quel punto la fiducia era ritornata in tribuna, ma nessuno poteva ancora immaginare che sarebbe venuto il miracolo.

Era un ragazzo veneto, vent’anni, capelli lunghi, primi calci in oratorio, una vita da bravo ragazzo con diploma di ragioneria. Nel ’93 dal Padova approdò alla primavera bianconera, poi subito in prima squadra, a fianco del divin codino, Roberto Baggio. Si era nel confine fra la Juve di Trapattoni e quella della triade, che sbarcò con Lippi al seguito a fare una squadra mondiale. Quel ventenne di cui stiamo parlando, quello che fece l’impresa, si chiamava (e si chiama) Alessandro Del Piero. Il miracolo  del 4 dicembre 1994 fu un lancio lungo, veloce, dalla metà campo. Solo un prodigio avrebbe potuto accarezzare la palla e farla finire in rete. Ci voleva un movimento perfetto fra un milione di imperfette altre possibilità.

Quella traiettoria che entrò dolce in porta molti sostengono sia il goal più bello di Del Piero. Quel miracolo fece il tre a due e segnò la nascita di una squadra capace di vincere tutto.

Coda di Juventus Fiorentina 1994 fu che alla fine della stagione Roberto Baggio venne spedito altrove. La Juve di Bettega, Moggi  e Giraudo aveva deciso (genialmente) di scommettere sul ragazzo veneto. Che bello che era quel Moggi, che capiva tantissimo di calcio giocato vincente, e un po’ meno di telefonini e schede svizzere, magari vincenti anche quelle ma…   



1 commenti

Questocalciatoreachilodo :
Moggi capiva tantissimo di calcio ma non tutto. Voglio dire, se hai Baggio e Del Piero perché venderne uno? Come se il Barcellona avesse venduto Messi una volta acquistato Neymar. E non solo non l'ha fatto, ma ha pure preso Suarez che gioca da ala, stupendo, alla faccia di Moggi e Lippi che a Baggio han preferito due onesti scarpinatori come Vialli e Ravanelli. De gustibus! | domenica 13 dicembre 2015 12:00 Rispondi