Europa League: povera patria mia

L’Europa League dopo le buone sensazioni Champions ricaccia a terra la dimensione internazionale del calcio italiano. Al di là dell’esuberanza del Napoli, il pareggio beffa della Lazio e la sconfitta interna della Fiorentina non entusiasmano, anzi..

Come Galliani sostiene, buona parte della resa europea del calcio italiano viene dall’Europa League. Di fatto, se abbiamo perso la quarta squadra in in Champion è dovuta agli anni di vacche magre vissuta nella seconda coppa.
Bene, dpo l'illusione della doppia semifinale, in partenza di questa staagione l’aria non sembra cambiata.
Per quanto i propositi del pre-match siano sempre battaglieri, il giovedì internazionale spesso si veste di un’ombra infausta. Nulla di compromesso, ma la partenza non pare buona, o almeno, degna di una nazione capace di attrarre top player! Bene è andato il Napoli nella sfida interna con il Bruges, forse i più temuti del gruppo. Un cinque a zero che ha visto le doppiette di Callejon e Mertens e la rete di Hamsik in una partita mai stata partita.
Così così la Lazio, rimontata alla scadere dopo una partita sbloccata da Milinkovic e poi ben controllata. Dopo diverse opportunità di raddoppio, , per i romani in maglietta nera è arrivata la beffa di un goal allo scadere di Seleznyov,  ret che confeziona un grigio uno a uno.
Del tutto negativa la prova della Fiorentina. Subito in vantaggio, con Kalinic, i viola sono crollati per autocombustione dopo essere rimasti in 10 al sessantaseiesimo per l’espulsione di Gonzalo Rodriguez. Cinque minuti dopo il rosso, il Franchi ha vissuto il goal di Bjarnason bissato al 34 da Elneny, con una bella conclusione da fuori area.
Un uno a due, quello del Basilea, che fa male a Firenze e un po' anche all'autostima del calcio italiano…