Rio: il “miracolo” di Bonitta e delle ragazze italiane
Il titolo di miracolo non è per la qualificazione all’Olimpiade, che era tecnicamente possibile ma perché tutti, tecnico e atlete, hanno finalmente messo in campo una parola fuori moda in Italia: coraggio!

Sì, questa Italia in campo ha messo
coraggio.
Coraggio nelle scelte, anche impopolari, del ct e coraggio e grinta in campo, nello schiacciare in faccia ad avversarie ben più vecchie ed affermate, delle nostre ragazzine.
E così si va a Rio.
Senza farsi illusioni, perché gli schiaffi subiti dalle Russe, e i ripetuti ko sulle olandesi, più la caratura di nazionali come Usa e Brasile dicono che per il podio ci sono in giro squadre ben più attrezzate di noi, al momento.
Ma si va comunque a Rio, sapendo che ce la giocheremo al meglio e siamo al primo passo di un progetto di crescita che potrà puntare lontano, magari a guardare la prossima, di Olimpiade, che sarà nel 2020 a Tokyo, come punto di arrivo (anche se molte protagoniste attuali fra quattro anni faranno ancora parte delle giovani, è questa fondamentalmente la nostra forza)
Si va a Rio con delle qualificazioni olimpiche giapponesi positive, anzi non ci fosse stata la periodica scoppola contro le olandesi, ottime.
Si va a Rio con coraggio e stabilità, perché si è programmato l’impegno fin da ora.
In questi termini di progetto, chi ci sarà, la lista delle atlete convocate, sarà assai poco significativa. E’ chiaro che ormai tutti guarderanno se Valentina Diouf rientrerà nella squadra olimpica.
Ipotesi difficile e delicata, perché si tratterebbe di lasciare fuori qualcuna che si è conquistata sul campo il diritto di esserci a Rio.
Vedremo cosa farà Bonitta. Ma si spera senza drammi, perché partecipare non è fondamentale neanche per Valentina. E’ giovane e di Olimpiadi ne vedrà ancora, e magari questa esclusione un giorno si accorgerà che le avrà fatto bene, perché ci sono delusioni che fanno crescere, caratterialmente, emotivamente e nell’impegno costante e quotidiano…