Rio: Elisa, la ragazza in prima fila a sinistra...

Riolimpiadi. In mezzo alla tristezza del calcio gossip continuiamo la rilettura delle Olimpiadi passando dalle ragazze dell’artistica, così entusiaste nella sfilata. E prendiamo come simbolo la prima che ha gareggiato, Elisa, perchè nelle emozioni di una, trovi quelle di tutte.

Elisa. Dopo qualche ora in cui salutavano il mondo all' apertura di Rio, felici come nella notte di Natale, nell'arena hanno saputo cambiare faccia ed espressione, come solo i campioni sanno fare. Campionesse. Questo sono la generazione delle ragazze dell’artistica che ha rivoluzionato il percepito del paese di quello sport, diventando fenomeno di costume. In Prendiamo in particolare Elisa Meneghini, che è stata la prima a scendere in gara. Lombarda, debuttante ai giochi, un fuoco di emozioni nascoste dalla concentrazione, corredo tecnico della ginnasta.

La sua è una storia individuale che però descrive bene anche le altre ragazze azzurre. Loro,, che dentro allo schermo sembravano allo stesso tempo piccole e grandi, così come uno sport delicato e violento come la ginnastica, può rendere le sue atlete. E come la vita di chi pratica la ginnastica è.

Uno sport che pretende tutto, e ti travolge da bambina, fra passione e amore, e ti fa crescere nel corpo e nell’anima diversa da tutte le tue compagne di scuola. Tenace, elegante, potente, agile, forte ma anche armoniosa.

E’ una scelta di vita e di sacrificio, la ginnastica, che a volte ti restituisce tutto, come con le Olimpiadi. La gioia dentro uno stadio immenso, la gara unica che dura 4 anni hanno restituito gli anni spesi lontani da casa e dai divertimenti soliti.

La scelta del sacrificio di fronte alle frivolezze di essere ragazze. Elisa Meneghini, la prima ginnasta italiana in pedana a Rio, raccoglie nella sua vita tutte quelle scelte. Lei comasca che è cresciuta nel crogiuolo straordinario di Fino Mornasco, poi emigrata poco lontana in una delle società in grado di sfidare il mondo, la Gal di Lissone. Anni e anni di nazionali, e poi di lotte oltreconfine, di amicizia ma anche rivalità, perché alle Olimpiadi vanno in poche, la capacità di vivere la faccia social di questa epoca che ha reso per la prima volta le atlete della ginnastica miti giovanili, fino a pochi anni fa una cosa impensabile nell’Italia calciofila a senso unico.

Le Olimpiadi 2016, sappiamo come sono andate.  Elisa ha fatto più del suo, la squadre è mancata magari per qualche errore di altre, il peso di un attimo di emozione che fa parte del gioco, ma non importa, sicuramente Tokyo sarà palcoscenico ancora di tutte tranne Vanessa Ferrari, l’unica che potrà avere il rimpianto di una medaglia non arrivata alla fine di una carriera immensa.

Rio tutto sommato, è stata comunque un sogno, l’apice di carriera con un risultato accettabile per ragazze come Elisa, certe di essere fra le prime del mondo ma  che comunque all’inizio di stagione saranno di nuovo lì, a Lissone, a mischiarsi umilmente con le nuove, per insegnare a lottare di nuovo in Italia e fuori. Dare tutto. E ne vale la pena, perchè durante il viaggio, se tutto va  bene, a ricompensarti possono capitare anche le Olimpiadi e la gioia di essere in sfilata lì davanti, in prima fila, felice come non mai.