Artistica, l'Italia che vince a Rio: forza Azzurre!

Sono stati mesi d’ansia, con traumi da risolvere (Vanessa Ferrari) incidenti (Carlotta Ferlito) e in generale un lungo assestamento psicologico alla gara “madre” del quadriennio. Adesso non è più tempo di dubbi: è tutto a posto, e si può sognare!

Quella di artistica femminile italiana sarà una squadra fra le più competitive nella storia della Ginnastica Olimpica azzurra. Si può anche in alcuni casi,  oggettivamente, pronunciare sottovoce la parola medaglia, facendo tutti gli scongiuri del caso, si intende. Una squadra essenzialmente nordica di adozione, con le solide radici delle splendide realtà della Brixia e della Gal di Lissone, una lombardia sportiva (con la sicilianità della Ferito) che bisogna fare arrivare fino a Como (esattamente Fino Mornasco), splendide realtà fatte di amore, passione ma anche efficienza, perché solo la capacità imprenditoriale, in campo sportivo, può dare risultati.

Una bella storia quella della ginnastica artistica italiana, moderna perché anche mediatica, ma moderna anche perché vincente. 

E Una bella storia è stata anche questo viaggio verso Rio, tribolato in alcuni casi, come l’infortunio di Vanessa Ferrari curato non chirurgicamente ma con metodi d’avanguardia (perché l’Italia sportiva è sempre stata avanguardia) e la caduta veneta di Carlotta Ferito che ha aggiunto tanta preoccupazione ma anche un lieto fine.

Una nota a margine. Mentre i giornali sportivi sono pieni di gossip miliardari che con lo sport non c’entrano nulla, l’Italia, anche grazie alla ginnastica artistica, è pronta a vivere da possibile protagonista questa Olimpiade.

Le atlete della artistica sono  tutte ragazze “normali”, che fanno parte dell’esercito e non hanno consorti che gli fanno da agenti, non tradiscono per soldi le società che le fanno crescere e portano l’immagine dell’Italia “in alto” nel mondo, grazie a dirigenti locali che non conoscono la politica ma il lavoro.

Tutto questo si chiama sport, passione, valore. Tutto questo si chiama Italia positiva e vincente.

Ma già, forse è per questo che non è mai in prima pagina sui grandi giornali.