Roma Napoli 2007: otto goal silenziosi

In uno stadio vuoto così come era vuoto e retorico il dibattito di tutto il calcio dopo i fatti di Catania, la Roma di Spalletti e il Napoli neopromosso di Reja diedero luogo ad una partita bella e scoppiettante, anche se buona sola per gli schermi della tv

20 OTTOBRE 2007

ROMA-NAPOLI 4-4

ROMA Curci; Cicinho (Cassetti dal 15' st), Mexes, Ferrari, Tonetto; De Rossi, Pizarro; Mancini (Vucinic dal 20' st), Perrotta, Giuly (46' st Panucci); Totti.

All.: Spalletti. 

NAPOLI Iezzo; Cupi (Contini dal 33' st), Cannavaro, Domizzi; Garics, Blasi, Gargano, Hamsik, Savini (Calaiò dal 38' st); Zalayeta, Lavezzi (Bogliacino dal 41' st).

All.: Reja.

MARCATORI: Lavezzi (N) al 2' pt, Totti (R) su rigore al 30' pt, Perrotta (R) al 41' pt; Hamsik (N) al 1' st, De Rossi (R) al 7' st, Gargano (N) al 19' s.t., Pizarro (R) al 35' st, Zalayeta (N) al 39' st.

ARBITRO: Tagliavento
Fu partita dentro il tramonto gelido di un sabato ottobrino, in uno stadio Olimpico surreale con presenti i soli abbonati per un tifo tarpato e silenzioso, tifosi ospiti completamente assenti e un’atmosfera da bromuro contraria allo spirito storico del Derby del sud, spesso povero, ma carico di passione. Uno stadio per pochi, insomma, così come aveva voluto l’osservatorio nato dai fatti post-Catania che considerava a rischio la partita. Quel giorno però, a fare da contraltare al silenzio delle curve, in campo esplosero i fuochi artificiali di una partita entusiasmante siglata da otto goal alternatisi in una sequenza frastornante.
Il calcio nazionale 2007 era in parte riemerso dalla palude post-calciopoli: la Juventus era tornata in A ed era alla prima fase di ricostruzione tentata da  Ranieri (che riuscì a cogliere un bel terzo posto finale). Anche il Napoli era appena risalito in massima serie e ripartiva dalla coppia Reja-De Laurentis in dirigenza e Hamsik-Lavezzi in campo.
La Roma era partita bene, raccogliendo punti e successi. Poi però lo scontro in casa coi campioni d’Italia dell’Inter aveva comportato una frenata assai brusca con un 4 a 1 troppo perentorio per essere vero.  L’Inter non si fermerà, arriverà a contare un più undici sul lotto ma con la primavera qualcosa si incepperà e i giallorossi risaliranno fino al finale trilling con i nerazzurri a + 1 impegnati a Parma e la Roma a Catania. Nell’ultima giornata, si avrà addirittura, per qualche decina di minuti, una Roma campione finchè l’Ibra versione nerazzurro, sistemerà tutto.
Metafora di quella Roma è comunque il Derby del sud del 20 ottobre che evidenzia una squadra potenzialmente devastante ma raramente in grado di chiudere le partite, lasciando quindi per strada punti che poi faranno la differenza fra lo scudetto e il non.
Quella sera, l’Olimpico semideserto fu subito gelato dal goal di Lavezzi al secondo: mischia, rimpallo e goal al sette. Il pareggio dopo una Roma piuttosto noiosa fu dato da un innegabile rigore trasformato dal “capitano”, seguito dal goal di Perrotta a termine tempo sgorgato da un rimpallo dopo controllo difettoso di Iezzo. Il secondo tempo proseguirà sui temi del primo: un’altra sbavatura difensiva giallorossa favorirà il 2 a 2 in  apertura mentre un’ulteriore papera di Iezzo consentirà a De Rossi un goal da più di trenta metri con un tiro secco non imprendibile. Anche Gargano segnerà da lontano il 3 a 3 ma questa volta con una perla tecnica. Altra rete altro regalo al 35 con una punizione di Pizarro favorita da una deviazione che trafisse per la quarta volta il questa volta innocente, Iezzo. La marcatura del cileno, ai pochi in tribuna e ai molti in tv, sembrò finalmente quella giusta per chiudere la partita ma bastarono solo quattro minuti per il pareggio finale, che fu confezionato da un bel cross di Hamsik concluso da un perentorio colpo di testa di Zalayeta. Così, il roboante quattro a quattro finale, fu sigilli di una bella partita che di sicuro non fece pentire l’esiguo pubblico di abbonati alla Magica.