1985 L'ultimo dei Derby grigi

Due attaccanti campioni del mondo in declino, animarono un Derby di un calcio milanese in periodo grigio. Ma qualcuno, in tribuna, intravvide un noto imprenditore milanese. E un mese dopo, la storia del calcio milanese cambiò...

1 dicembre 1985

Milan Inter 2-2


MILAN: Terraneo, Icardi, P. Maldini, Tassotti, Di Bartolomei, F. Galli, Evani, Wilkins, Hateley, P. Rossi, Virdis (30' Carotti) - All.: Liedholm


INTER: Zenga, Bergomi, Marangon, Baresi, Collovati, Ferri, Cucchi, Mandorlini, Altobelli, Brady, Rummenigge - All.: Corso


Arbitro: Agnolin

Reti: 5’ P. Rossi, 29’ Altobelli, 65’ rig. Brady, 69’ P. Rossi



Il derby  milanese del 1 dicembre 1985 fu il primo giocato da Paolo Maldini.
Le notazioni storiche importanti per la partita che qui raccontiamo si fermano però qui perché dietro ad un risultato pur appetitoso quel giorno si nascose la stracittadina di una stagione anomima, che vide i rossoneri nelle mani di Giussy Farina sul filo del fallimento economico, e dall’altra parte un’Inter così così, non certo galvanizzata dall’esonero “politico” alla decima di Ilario Castagner, che pure nella stagione precedente, quella in cui era passato da una parte all’altra della Milano calcistica, comunque aveva fatto bene.
Come successore sulla panchina nerazzurra, Pellegrini scelse Mario Corso per una gestione  che fu tutto sommato senza infamia e senza lode, noiosa insomma. Il 1985, quindi, vide due squadre milanesi nel cono d’ombra di un’annata interlocutoria, che precedeva gli avventi del Milan versione Cologno Monzese e dell’Inter Trapattoniana. D’altra parte, quell’anno, già dalla campagna acquisti si erano viste due società che alla prospettiva futura sembravano preferire lo sguardo all’indietro, nutrendosi dello svecchiamento della Juventus attraverso gli acquisti di Paolo Rossi per il Milan e Tardelli per l’Inter. In Foro Buonaparte dal Verona dei miracoli arrivarono anche Fanna e Marangon ma entrambi, forse distratti dalla Milano anni ottanta, non riuscirono ad essere quelli visti sull’Adige la stagione prima.
A dir la verità, quel dicembre, non ci fosse stata la Juve avanti di 5 punti, la classifica pre-derby delle milanesi non sarebbe stata neanche male: seconde appaiate al Napoli.
Anzi, la bella stracittadina diede poi la speranza di una imminente rinascita tecnica, peccato che fu solo una illusione, perché a fine stagione le due squadre meneghine risulteranno sesta e settima. Niente di speciale, dunque.
La statistica mattutina, diceva anche che di rossoneri in casa avevano sempre vinto e il goal di Paolo Rossi al quinto sembrò la conferma di un trend positivo. Con il trio offensivo Virdis-Hateley- Rossi e il ritmo blando Liedholmiano, all’inizio il Milan riuscì ad imbrigliare l’Inter di un Rummenigge acciaccato, tanto che alla mezz’ora il pareggio nerrazzurro parve quasi casuale: nato da una “fuga” verticale partita da Brady e terminata con un  Altobelli messo davanti alla porta da Cucchi. Da quell’uno a uno però il verso cambiò, con un’Inter arrembante fino al goal venuto da un discorso fra Collovati, Altobelli e Kalle Rummenigge che portava ad un netto fallo da rigore  realizzato da Lyam Brady per un vantaggio che comunque non durò, perché il pareggio rossonero venne quasi subito, con un gran tiro di Di Bartolomei ribadito dalla rapina di Paolo Rossi, che sembrò ricordare il centravanti di qualche stagione prima.
Il resto del match fu nulla, a chiudere un pareggio bello ma inutile, che vide la Juve vincente sulla Fiorentina allontanarsi ancora un po’ in classifica. Ma si coglie comunque un bagliore di positività sulla storia di quel passato. In tribuna quel giorno si segnalarono presenze economiche inedite e circa un mese dopo un imprenditore milanese acquistò la maggioranza della società rossonera e divenne presidente. Quiz. Chi era, quell’imprenditore?